Tra gli ospiti della puntata di Che tempo che fa in onda questa sera, ci sarà anche Umberto Veronesi. Nato a Milano il 28 novembre 1925, è un noto oncologo italiano. Attualmente ricopre l’importante ruolo di direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia. Una carica che fa onore a una carriera ricca di soddisfazioni e riconoscimenti. Cresciuto nei sobborghi di Milano insieme a quattro fratelli maggiori e un sorella più piccola, l’infanzia di Veronesi non è stata delle più facili. Come da lui stesso raccontato, tutte le mattine andava a scuola a piedi percorrendo 4-5 chilometri di strada. La figura materna ha contato molto per lui, rimasto orfano di padre prematuramente. Sposato con una pediatra ebrea di origine turca, Susy Razon, Umberto Veronesi ha ben sette figli, cinque maschi e due femmine. Due dei suoi figli, Paolo e Giulia, lavorano con lui in ospedale.
A 27 anni Veronesi si laurea in medicina e chirurgia presso l’Università Statale di Milano. Ben presto sceglie di dedicarsi alla cura dei tumori e dopo alcune esperienze all’estero entra in qualità di volontario all’Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori. Una scelta felice perché qui l’oncologo fa molta strada fino a diventare il direttore generale dell’Istituto nel 1975. Chiamato a dirigere l’Istituto europeo di oncologia dal 1994 al 2000 e poi dal 2001 a oggi, nel 2003 ha anche creato la Fondazione Umberto Veronesi, un istituto che ha come finalità la promozione della ricerca scientifica. Dall’anno 2010 ricopre anche un altro ruolo importante: la presidenza del comitato scientifico della Fondazione Italia Usa.
Umberto Veronesi ha indirizzato i suoi impegni non solo nel campo oncologico. Anche la sua vita politica è stata molto attiva. Già negli anni ottanta fu chiamato da Bettino Craxi a far parte dell’assemblea del Partito Socialista Italiano. Nel secondo governo Amato, 2000-01, è stato ministro della Sanità e durante tale mandato si è battuto principalmente per una legge antifumo. Alle elezioni del 2008 è stato eletto senatore nelle liste del Partito Democratico. Nel 2010, rinunciando all’incarico di senatore, ha ricevuto la nomina di presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare italiana. Il 3 settembre 2011 ha lasciato la carica dopo alcune polemiche con il governo Berlusconi.
Tanti i riconoscimenti ricevuti negli anni dal famoso oncologo come le tredici lauree honoris causa, la cittadinanza onoraria di Asti e il Premio America della Fondazione Italia Usa. Inoltre, il 2 agosto del 2010, a Umberto Veronesi è stato intitolato un pezzo di lungomare di Jesolo. Tra le onorificenze vanta la medaglia d’oro ai benemeriti della sanità pubblica e la nomina a Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Ultimamente Umberto Veronesi ha fatto molto discutere per una sua frase shock: “Il cancro è la prova che Dio non esiste”. Nel suo libro “Il mestiere di uomo”, l’oncologo spiega come la sofferenza e le malattie dell’uomo lo hanno allontanato dalla fede cristiana. Un allontanamento per la verità che ha origini lontane perché iniziato con l’esperienza della guerra. Infatti, per sua stessa ammissione, Umberto Veronesi dopo la guerra non ha più messo piede in una chiesa. Un distacco totale nonostante l’oncologo sia nato in una famiglia cattolica e lui stesso da piccolo sia stato un praticante.