Un caso che è diventato mondiale e che si somma a tutte le ultime strane vicende legate al Pontefice: Papa Francesco e la sua presunta malattia al cervello, un tumore benigno come affermava la testata Quotidiano Nazionale pochi giorni fa, che ha sollevato un polverone con immediate e secche smentite dalla Santa Sede e un caso che non accenna a diminuire il clamore, dato il personaggio in questione. Tutto questo e molto altro ancora sarà protagonista questa sera a La strada dei miracoli in prima serata su Rete 4, con alla conduzione Safiria Leccese che proverà, attraverso documenti, testimonianze e ospiti in studio a raccontare questi ultimi giorni di Francesco con le relative accuse e strane vicende che stanno accadendo. L’ipotesi di complotto viene fatta da più parti anche se spesso in maniera fantasiosa e poco reale e oggi si proverà a parlare anche di questo in studio, cercando di scoprire se effettivamente ci sono basi reali per credere alla notizia sul tumore al cervello per il nostro Pontefice. Nel frattempo, proviamo a ricostruire un po’ i fatti degli ultimi giorni, con il dettaglio di tutte le questioni che suggerirebbero l’ipotesi di complotto: sarà davvero così?
– L’indiscrezione clamorosa sulle condizioni di salute di Papa Francesco era emersa nella notte del 21 ottobre: secondo la notizia lanciata dal Quotidiano Nazionale, il Pontefice era stato sottoposto ad alcuni mesi di terapia per via di un tumore benigno al cervello. Notizia smentita immediatamente da Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa del Vaticano, e rivelatasi nei giorni successivi infondata. La questione è andata al di là del falso tumore, rispolverando una tesi lanciata dal famoso blog Dagospia proprio ad inizio ottobre, e confermata in queste ore dall’Osservatore Romano: Papa Francesco sarebbe vittima di un complotto. I capitoli di questo attacco a Papa Francesco sarebbero attualmente tre. La logica impone di partire dal primo, ovvero dall’avvenimento che ha scatenato la tesi di Dagospia: il coming out di Monsignor Krzysztof Charamsa. Una confessione pubblica avvenuta il 3 ottobre, alla vigilia del delicatissimo Sinodo della Famiglia, e rilasciata direttamente al Corriere della Sera. Le rivelazioni dell’uomo di Chiesa sono letteralmente rimbalzate da un media all’altro, causando forte imbarazzo all’interno del Vaticano. In particolare la frase di Charamsa: “Vorrei dire al Sinodo che l’amore omosessuale è un amore familiare, che ha bisogno della famiglia”. La settimana successiva, il 9 ottobre, Dagospia pubblicava un articolo relativo ad un presunto complotto ai danni di Papa Francesco, considerato (sempre secondo le fonti che il blog definisce molto vicine al Vaticano) un Pontefice troppo riformista per i gusti di alcuni cardinali conservatori. L’obiettivo di questi sarebbe esasperarlo e spingerlo alle dimissioni. Dagospia, però, è andato anche oltre: l’autorevole blog ha infatti previsto che le dimissioni di Papa Francesco avverranno solo dopo la dipartita di Joseph Ratzinger, le cui condizioni di salute sono molto gravi. Avere tre papi in vita, infatti, sarebbe un evento unico nella storia della Chiesa, e decisamente sfavorevole per la sua immagine. In ogni caso, secondo le parole di Dagospia, “Bergoglio non morirà papa”.
Il secondo capitolo s’è aperto pochi giorni dopo le rivelazioni di Dagospia: la mattina del 12 ottobre, il vaticanista Sandro Magister ha pubblicato sul suo blog una lettera dai contenuti piuttosto chiari. La missiva, spedita a Papa Francesco e firmata da 13 cardinali, metteva in seria discussione i metodi utilizzati dal Pontefice per organizzare il Sinodo della Famiglia, accusando il Vaticano di voler configurare a tavolino alcune procedure molto importanti, come la comunione per i divorziati risposati con rito civile. Ecco un estratto della lettera, pubblicato da Repubblica: “C’è il timore che le nuove procedure non siano aderenti al tradizionale spirito e finalità di un Sinodo. A un certo numero di padri sinodali, il nuovo processo sembra configurato per facilitare risultati predeterminati su importanti questioni controverse”. La lettera, spedita al Papa il 5 ottobre (3 giorni dopo il coming out di Charamsa), è al centro di un giallo: secondo le testimonianze raccolte da L’Espresso, dei 13 firmatari 4 si sono già dichiarati estranei alla vicenda. Il nucleo dei ‘dissidenti’ sarebbe stato individuato nell’area rigorista del Sinodo, ma finora non vi sono conferme. Poi, il 21 ottobre, la notizia della malattia di Papa Francesco. Anche in questo caso, numerose fonti e numerose voci si sono accavallate, creando molta confusione sulla vicenda del presunto tumore. Da un lato ci sarebbe il Quotidiano Nazionale che, per voce del suo direttore Andrea Cangini, sostiene di avere come fonti alcuni testimoni diretti dell’atterraggio dell’elicottero del Vaticano sul prato della clinica San Rossore. Il giornale, inoltre, aveva sostenuto che ad occuparsi della salute di Papa Francesco fosse stato Takanori Fukushima, il ‘medico dei vip’. Dopo l’immediata smentita del Vaticano, era poi arrivata in giornata anche quella del medico giapponese: stando ad un servizio della Rai, Fukushima accusava i testimoni di aver confuso un suo paziente con il Pontefice, per via di una spiccata somiglianza fisica.