EUTANASIA / La legge sul fine vita e il tema del testamento biologico verranno trattati a Le Iene Show (oggi 23 novembre 2015)

- La Redazione

Eutanasia, le legge sul fine vita e il tema del testamento biologico presentati e trattati questa sera nella nuova puntata de Le Iene Show: l'iter legislativo e le novità

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Un tema delicato, una tematica complessa come quella sull’eutanasia che dovunque crea divari e discussioni circa l’una o l’altra parte della possibile scelta da compiere. Il tema è difficile perché chiama in campo il profondo più vissuto di ogni singolo essere umano, ovvero la concezione di vita e il timore della morte: il vero problema in questi anni è come sempre lasciarsi prendere dalla reattiva ideologia che pone sul tavolo uno scontro tra opposte fazione e che non va mai al punto della questione, ovvero cosa sia vita umana. Le Iene spesso trattano dell’argomento con un’evidente sbilancio di giudizio che, purtroppo, va a pregiudicare talvolta il racconto dei fatti. Far emergere una domanda che possa essere per ognuno verificata nella propria vita è forse la strada consigliabile, e a volte i servizi delle Iene partono da un’idea iniziale da portare avanti e basta. Stasera Matteo Viviani parlerà di tutto quanto e sopratutto della legge sul fine vita: a differenza di altri stati, come il Belgio, per dirne uno a noi vicino, in Italia l’eutanasia e il suicidio assistito non sono possibili, anzi per meglio dire, sono reati condannati per legge e punibili con il carcere. Il dibattito intorno al tema se sia giusto costringere a vivere chi ha un male incurabile o vivere in un protratto stato vegetativo, o lasciare che possa scegliere se porre fine ad una vita di sofferenze, è ancora irrisolto, in ambito legislativo. L’unica discussione parlamentare sulla tematica ha riguardato la legge sul testamento biologico, che, però, non è ancora terminata. Il dibattito, con immaginabili contrapposte posizioni politiche, è stato infatti terreno di scontro per anni e anni, senza ancora portare ad una vera e propria conclusione. Il tema centrale, invero, chiama in causa tanti aspetti che devono trovare in un disegno di legge la giusta e difficile collocazione. Come la tutela del diritto del paziente all’eutanasia, ad esempio, che si scontra con il diritto dell’eventuale obiezione di coscienza da parte del medico. Oppure in che modo stabilire quando e se si profila l’accanimento terapeutico, come trattare gli stati vegetativi, come le eventuali controversie che in un settore così delicato sicuramente non mancherebbero, e tante altre questioni di difficile risoluzione. Il testamento biologico, ovvero la dichiarazione di volontà di ciascuno di noi, quando si è ancora in grado di intendere e di volere, è stato valutato in ambito politico e legislativo come il provvedimento da attuare e produrre in questo preciso ambito. Si tratterebbe di decidere quando si è ancora in salute come comportarsi circa i trattamenti sanitari ai quali non vogliamo sottoporci nei casi più gravi, quando si è verso la fine della vita, in caso di grave incidente o malattia terminale. Però non è semplice dire la parola definitiva, eutanasia o suicidio assistito che sia, e far convergere le diverse posizioni è oltremodo complesso. Tuttavia è un passo che non si può rinviare. I casi emblematici, se restiamo nella sola Italia, di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro, che per anni hanno diviso la nostra nazione e sono andati avanti tra tribunali e discussioni pubbliche, ci hanno fatto a lungo interrogare sulla problematica della fine della vita, ma nelle rispettive famiglie, protagoniste volenti o nolenti di questi scenari, hanno creato dolore, a volte rabbia e indignazione, che si sono aggiunte alla già triste situazione determinata dall’infausto destino. E’ tuttavia proprio grazie a loro se il dibattito si è acceso e la questione non è mai stata tanto sentita come in questi ultimi anni.
Il caso forse più famoso è quello di Eluana Englaro, che alla giovane età di 21 anni, rimasta vittima di un incidente stradale, si trovò a vivere in stato di coma permanente dal 1992 al 2008. Il trauma cerebrale riportato a seguito dell’incidente era così grave da non lasciarle scampo. Dallo stato comatoso, che diventò poi vegetativo persistente, non si riebbe più. A partire dal 1999 iniziò una battaglia legale, portata avanti dal padre di Eluana, Beppino Englaro, per il diritto ad interrompere l’alimentazione forzata, come Eluana in vita avrebbe espresso, prima dell’incidente. Dopo diversi pronunciamenti dei giudici, avverso tale richiesta, nel luglio 2008, la Corte d’Appello di Milano autorizzò infine di interrompere la nutrizione artificiale, che avvenne, dopo tre lunghissimi giorni, a partire dal 6 febbraio 2009. Proprio queste difficili fasi, si sono ripetutamente intrecciate con la proposta di legge sul testamento biologico, a ché si potesse dare una risposta al tremendo quesito che la storia di Eluana sollecitava. L’altro caso famoso riguarda un uomo e la sua volontà di porre fine ad una esistenza piegata da una malattia fortemente invalidante. Piergiorgio Welby, ammalatosi di distrofia muscolare, malattia degenerante che conduce progressivamente alla immobilità fino alla morte, era stato costretto dal 1997 alla respirazione artificiale. Da quell’anno si era battuto fortemente per vedere riconosciuto il suo diritto a morire, con dignità, attraverso un aiuto medico che gli era di fatto impedito, pena far incorrere in pesanti sanzioni penali chi l’avesse aiutato. Dopo nove anni di battaglie legali, alla fine, nel 2006, il medico anestesista Mario Riccio, esaudì la richiesta di Welby, che gli valse l’accusa di omicidio del consenziente, ma un anno dopo, il giudice Zaira Secchi lo prosciolse dall’accusa perché il fatto non costituiva reato.

Ma vediamo in breve le tappe di una storia legislativa infinita. L’iter sul testamento biologico in Italia inizia nella XIII Legislatura, nel 1999, con una prima proposta di legge, che inizia a far discutere la politica, ma i testi non arrivano nemmeno in Parlamento. La successiva XIV Legislatura vede la presentazione di un progetto alla Camera e 4 disegni al Senato. Infine, nel 2005 la Commissione Igiene e Sanità del Senato approva un disegno con 16 articoli. L’anno successivo, siamo alla XV Legislatura, la Commissione Igiene e Sanità del Senato avvia la trattazione dei disegni di legge. Con l’avvento della XVI Legislatura si ricomincia di nuovo la discussione, con 10 disegni presentati e 3 nuovi che si aggiungono sulla scorta della storia della Englaro. Si arriva ad un testo unico approvato dal Senato, che trova molte critiche, perché il testamento biologico diventa più un’indicazione che una vero documento di chiari intenti, e nel 2011 la Camera concluso l’esame lo rimanda al Senato. Cade il governo, tutto ricomincia da capo con le proposte di legge. E, ancora oggi, nell’attuale Legislatura, una vera legge sul testamento biologico non c’è.





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