Ieri, domenica 22 febbraio 2015, è andato in onda un nuovo appuntamento con il talk show condotto da Gianluigi Paragone, La Gabbia. Ecco di che cosa si è discusso: Gianluigi Paragone presenta gli ospiti in studio, i giornalisti Aurora Lussana (“La Padania”), Claudia Fusani (“L’Huffington Post”), Mario Adinolfi (“La croce”), lo scrittore Massimo Fini, fondatore del Movimento Zero. In studio ci sono i dipendenti della società Az Fiber di Ciserano (Bergamo), che rischiano di rimanere a casa. Il dibattito inizia con il tema del pericolo terroristico, con l’Italia direttamente minacciata dagli jihadisti libici, affiliati all’Isis, che hanno minacciato di piantare la bandiera nera a Roma. Si tratta di una minaccia reale o di pura propaganda da parte dei terroristi, attuata per attirare nuove leve? Fusani propende per la seconda ipotesi, Lussana sottolinea che oltre alla propaganda esiste un pericolo reale, a causa della delicata situazione politica in cui si trova la Libia dopo il crollo del regime di Gheddafi, deciso da Stati Uniti e Francia, interessati ad appropriarsi delle fonti energetiche libiche. Fini evidenzia che l’Italia, pur avendo interessi contrari, ha partecipato all’azione militare contro la Libia, e che il vincolo di appartenenza alla Nato non obbliga necessariamente a partecipare alle azioni militari, come dimostrato in passato dalla Grecia, che non aderì alla guerra contro la Serbia. Adinolfi invita a non sottovalutare gli jihadisti, che hanno deciso di intraprendere una guerra santa (definendo i cristiani crociati) e hanno come obiettivo la conquista di Roma. Fusani, pur riconoscendo il pericolo potenziale, invita a non cadere in allarmismi che potrebbero favorire i terroristi. L’allarme terrorismo è indissolubilmente legato al tema dell’immigrazione, considerando che non può essere escluda la presenza di terroristi infiltrati nei barconi che partono dalla Libia. In un servizio realizzato a Tor Pignattara (Roma), alcuni cittadini esprimono tutta la loro insofferenza per gli immigrati, usando parole durissime nei loro confronti. In un secondo servizio si parla della fuga degli immigrati dal centro di accoglienza di Bari Palese. Lussana ritiene che i provvedimenti svuota-carceri attuati dall’attuale governo abbiano aggravato la situazione e il nostro paese, oltre allo shock economico, si trova ad affrontare un secondo shock, legato alla mancanza di sicurezza. Secondo Fusani servirebbe maggiore controllo delle periferie per evitare che si arrivi allo scontro tra etnie e religioni. Fini non crede che in Italia giungeranno jihadisti a bordo dei barconi e sottolinea che i paesi occidentali hanno distrutto le economie dei paesi africani, obbligando i loro cittadini a trasferirsi in Europa in cerca di fortuna. Adinolfi sottolinea l’esistenza di islamici che fanno propaganda e al tempo stesso sono pronti ad usare le armi, un pericolo da non sottovalutare considerando che ne basterebbero appena 50 per tenere sotto scacco la Città del Vaticano. In un servizio si parla della visita del leader della Lega Nord Matteo Salvini in un campo rom di Milano. Salvini ha ribadito l’opportunità di chiudere tutti i campi rom ma ha rassicurato i presenti, ricordando la predilezione di Pisapia nei loro confronti. Si torna a parlare di Isis e Fusani sottolinea il rischio che la propaganda degli jihadisti riesca ad attecchire sui più deboli.
Adinolfi crede sia necessario preoccuparsi soprattutto dei musulmani già presenti sul territorio e comprendere quali siano le loro posizioni nei confronti dell’Isis. Lussana crede che l’Italia, con Alfano Ministro dell’Interno, sia in pericolo e che l’unica via possibile per evitare che il Duomo di Milano salti in aria sia affidarsi alla Madonnina in cima all’edificio. Terminato il dibattito in studio, vanno in onda una serie di servizi di approfondimento sui temi affrontati in questa puntata. Si inizia da un servizio in cui esponenti dei giovani islamici accusano alcuni politici italiani di strumentalizzare ciò che sta accadendo in Libia (riferendosi in particolare al leader della Lega Nord Matteo Salvini) per i loro fini politici. In un servizio si parla di una storia che ha indignato parte dell’opinione pubblica, quello del negoziante napoletano che ha regalato un panino ed è stato multato per non aver emesso lo scontrino. Dopo l’ennesimo caso in cui lo Stato si dimostra inflessibile nei confronti dei più deboli, vengono mostrati due esempi di poteri forti che riescono ad avere il sopravvento su tutto e tutti. Si inizia da un servizio in cui si parla dei vitalizi concessi agli ex parlamentari, anche se condannati in via definitiva, come ad esempio avviene per Berlusconi, Previti e Dell’Utri. Nel secondo servizio si parla di una banca che ha concesso un mutuo molto oneroso ad un imprenditore.
Replica La Gabbia, puntata 22 febbraio 2015: come vederla in video streaming – E’ possibile rivedere – o vedere, se ve la siete persa – la puntata de “La Gabbia” trasmessa ieri sera, domenica 22 febbraio 2015 grazie al servizio “Rivedila7” proposto dal canale: clicca qui.