Ieri, domenica 22 febbraio 2015, è andata in onda una nuova puntata di Presadiretta, il programma di inchiesta condotto da Riccardo Iacona su Rai 3. Ecco che cosa è successo durante la serata di ieri: larticolo 38 del decreto Sblocca Italia stabilisce che gli enti locali non possono opporsi alle nuove trivellazioni petrolifere, definite opere indifferibili, urgenti e di pubblica utilità. Il decreto, promulgato lo scorso 12 novembre, è stato votato da Partito Democratico, Scelta Civica e Nuovo CentroDestra e ad esso si sono opposti Sel, MoVimento 5 Stelle, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il governo ha promosso il decreto con l’obiettivo di creare posti lavoro e diminuire la bolletta energetica del nostro paese ma quanto costerà all’Italia, dal punto di vista dei costi ambientali, la sua introduzione? Il presidente della Regione Basilicata, dove si produce l’80% del petrolio italiano, ha annunciato di essere pronto a denunciare le anomalie, nel caso in cui fossero riscontrate. La regione potrebbe diventare area petrolifera al 77% nel caso in cui tutte le richieste fossero soddisfatti e in essa è presente il più grande sito di stoccaggio e trattamento dell’Europa continentale, il Centro Olio di Viggiano, di proprietà dell’Eni. Nonostante sia in corso un’inchiesta, per accertare le responsabilità di alcune fiammate (l’Eni ha parlato di manovra errata), è previsto l’ampliamento del sito. L’associazione dei disoccupati di Viggiano ha chiesto all’Eni di ridurre i turni lavorativi da 12 a 8 ore, con il duplice scopo di aumentare i posti di lavoro e al tempo stesso la sicurezza nell’impianto. Intanto un allevatore che ha il suo allevamento al confine con il sito ha denunciato la morte di un animale e la nascita di animali malformati. Il sindaco di Viggiano ha denunciato l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia, che scavalca le competenze degli amministratori locali e, pur apprezzando il decisionismo di Renzi, avrebbe preferito un maggior dialogo su un argomento così delicato. Vengono trasmesse alcune immagini amatoriali in cui si nota la moria di pesci nell’invaso del Pertusillo, le cui acque vengono utilizzate per il consumo umano in Puglia, in cui l’Università della Basilicata ha rilevato una concentrazione di idrocarburi decisamente più elevata della soglia massima. Per produrre un litro di petrolio vengono utilizzati otto litri di acqua, in tutte le fasi del processo produttivo, e ciò pone seri interrogativi in una regione che rifornisce Campania, Calabria e Puglia. La maggior parte delle acque di scarto viene trattata nel Tecnoparco di Pisticci Scalo, e trasportata li con autobotti dal centro Olio di Viggiano. La magistratura sta indagando anche sul Tencoparco e molti tra gli abitanti della frazione hanno deciso di lasciare la zona, spaventati dalle possibili conseguenze sulla salute. Marcello Pittella ha ribadito che per costruire nuovi pozzi è necessario un’intesa tra Regione e Governo e che non è disposto a trasformare la Basilicata in un gruviera e a concedere le autorizzazioni per nuove trivellazioni ma molti costituzionalisti la pensano diversamente e probabilmente l’articolo 38, per come è stato disegnato, creerà conflitti tra enti (sette regioni hanno già deciso di impugnare il provvedimento). Intanto nella Valdagri cresce la preoccupazione per la salute pubblica. Renzi ha difeso la sua scelta, ricordando che la norma creerà lavoro e ricchezza e che non è possibile bloccare le opere a causa delle opposizioni di alcuni comitatini (tra le associazione che si sono opposte ai provvedimenti ci sono Greenpeace, Legambiente e il Wwf). In Sicilia sono state effettuate quattordici nuove richieste per l’estrazione di petrolio e gas in mare. L’ingegnere Mario Di Giovanna ha spiegato che il decreto Sbocca Italia ha ridotto i tempi per l’approvazione delle richieste a 180 giorni, un lasso di tempo che a suo parere non consente di effettuare valutazioni ambientali approfondite, e ha già denunciato la presenza di anomalie, anche gravi, nei documenti presentati dalle compagnie petrolifere.
Domenico Macaluso mette in guardia dalla trivellazione nel canale di Sicilia, dove si troverebbe un pocmac, che se trivellato potrebbe provocare un terribile incidente, come già avvenuto a Giava e in Messico. Il presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta, a differenza del suo omologo lucano, ha espresso il suo favore sull’autorizzazione a nuove trivellazioni, ricordando che in ogni caso il petrolio arriverebbe da paesi esteri e che in questo modo è possibile creare posti di lavoro a livello locale. Il parroco di Augusta, città al centro del distretto petrolifero, ha parlato di genocidio, ricordando la complicità dello stato che ha fornito ai suoi concittadini pane avvelenato e che oltre la metà dei decessi ad Augusta avviene a causa del cancro, che ha un’incidenza di tre volte superiore rispetto alla media nazionale. Ventidue importanti ricercatori hanno redatto un documento in cui hanno spiegato i motivi alla base del loro disaccordo con il decreto Sblocca Italia, sottolineando che il nuovo governo sta attuando la stessa politica di Mattei, che è vecchia di 60 anni, e che il nostro paese non ha riserve di combustibili che permettano una pianificazione a lungo termine. Secondo gli scienziati Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, promotori del documento, andrebbe incentivato l’utilizzo di energie rinnovabili, in maniera simile a quanto avviene in Germania.
Replica Presadiretta, puntata 22 febbraio 2015: come vederla in video streaming – E’ possibile rivedere la puntata di “Presadiretta” trasmessa ieri, domenica 22 febbraio 2015, grazie al servizio di video streaming proposto da Rai.tv, chiamato Rau Replay: clicca qui.