Tra i concorrenti di Si può fare ci sarà anche Mario Cipollini, ex ciclista italiano, uno dei più forti velocisti nella storia del ciclismo. Soprannominato “Re Leone” e “Super Mario”, è nato a Lucca il 22 marzo 1967 e ha corso come corridore professionista dal 1989 al 2005, con una brevissima parentesi nel 2008. Il suo successo più prestigioso è stato il campionato del mondo conquistato nel 2002 a Zolder, in Belgio, ma la sua carriera è costellata da numerose vittorie: 189 quelle complessive in 17 anni di carriera. A partire dagli anni Novanta e nei primi Duemila è stato il sovrano incontrastato degli arrivi in volata, grazie anche al lavoro di squadra; è stato un velocista che ha fatto della potenza il suo tratto distintivo, con volate maestose ed irresistibili per gli avversari.
Ha cominciato a vincere sin dal suo primo anno da professionista, conquistando una tappa al Giro d’Italia, ed è rimasto vincente fino alla sua ultima stagione. Il suo anno d’oro è stato il 2002: oltre al campionato del mondo, conquistò la Milano-Sanremo (una delle classiche monumento del calendario ciclistico) e la Gand-Wevelgem, classica belga che si disputa fra i “muri” (salite molto brevi dalle pendenze impegnative) e il pavé delle Fiandre. Detiene diversi primati: è l’unico corridore ad aver vinto per tre volte proprio la Gand-Wevelgem ed è suo il record di vittorie totali al Giro d’Italia, 42. Con i due successi ottenuti nel 2003 superò il precedente primatista, un mito del ciclismo italiano come Alfredo Binda.
Condivide il primato italiano di vittorie di tappa al Tour de France con un altro mito, Gino Bartali: entrambi ne hanno conquistato 12. Nel 1999 ne ottenne addirittura quattro consecutive, un record nel ciclismo moderno e ad un passo soltanto dal primato assoluto del lussemburghese Faber che risale addirittura al 1909. Sono 6, invece, le vittorie di tappa ottenute in un’unica edizione del Giro (quello del 2002) non conquistate, però, consecutivamente. Contando i successi di tappa nei tre grandi giri (Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta España) mette insieme 57 vittorie, secondo alle spalle del “Cannibale” Eddy Merckx. Ha indossato per sei giorni complessivi la maglia rosa riservata al primo in classifica al Giro, per sei giorni la maglia gialla al Tour e per tre giorni quella “amarillo” alla Vuelta.
È stato un campione moderno, in grado di unire i successi in ambito sportivo alla fama al di fuori del mondo delle corse. Un autentico personaggio, caratterizzato dal tipico carattere toscano che l’ha portato diverse volte ad accendere delle polemiche nel mondo ciclistico. Amante della moda, in più di un’occasione ha stupito tutti in gara con abbigliamenti eccentrici e a distanza di quasi dieci anni nessuno ha dimenticato il body integrale con raffigurate le fasce muscolari dell’essere umano indossato in una prova a cronometro. Estroverso e molto abile con i media, ha saputo attirare sul ciclismo anche l’attenzione di testate non sportive.
Si è ritirato dalle corse nel 2005, poco prima del Giro d’Italia, salvo poi disputare un altro paio di gare nel 2008 con una formazione americana. Conquistò un terzo posto in volata, ma poi il rapporto con la squadra si interruppe in maniera brusca.