La proposta di La 7 per il prime time di questa sera, sabato 18 aprile, è il film drammatico Sognando L’Africa, uscito nel 2000 e diretto da Hugh Hudson, è tratto dal romanzo autobiografico di Kuki Gallmann Sognavo l’Africa, pubblicato nel 1991. La pellicola fu presentata per la prima volta al pubblico, nel corso della 53ª edizione del Festival di Cannes, raccogliendo parecchi consensi. Segnaliamo la presenza nel cast dell’attuale 007 Daniel Craig, che interpreta il personaggio di Declan Fielding. Memorabile anche la colonna sonora: le musiche originali sono realizzate dall’acclamato compositore, Maurice Jarrè; ma la pellicola include anche prestigiose arie di opere liriche, quali Voi che sapete”, eseguita dalla Philharmonic Orchestra di Vienna e cantata dalla mezzo soprano Brigitte Fassbaender, e “Le nozze di Figaro” composte dall’immenso Wolfgang Amadeus Mozart. Ecco la trama. Venezia, 1970: Affascinata dai racconti che aveva sentito sull’Africa fin da bambina, Kuki (Kim Basinger) è adesso una giovane donna divorziata, che divide le sue giornate con il figlioletto Emanuele di sette anni (Liam Aiken). Dopo essere scampata miracolosamente da un terribile incidente automobilistico, conosce l’affascinante Paolo Gallmann (Vincent Perez), uomo dinamico ed intraprendente, con il quale scopre di condividere la passione per l’Africa ed un sentimento forte.
I due si innamorano, si sposano, e Kuki decide di rimettersi in gioco, imprimendo una svolta radicale alla sua vita. I coniugi infatti, insieme al piccolo Emanuele, si trasferiscono nella piana di Laipikia, in Kenya, prendendo in gestione un’immenso ranch di 400 km quadrati. Tuttavia Kuki scoprirà, sulla propria pelle, che non tutto nella vita in Africa è poi così bello, come lo aveva sempre immaginato. Al cambio di clima, abitudini e ritmi di vita, la donna dovrà aggiungere le difficoltà nel fronteggiare animali feroci che assaltano notte tempo il raccolto del ranch e bracconieri, ma anche il carattere spigoloso e diffidente degli indigeni; per non parlare di quelle legate al dover accudire il figlio, così lontani da casa, anche e soprattutto durante le frequenti assenze del marito, impegnato in lunghe ed estenuanti battute di caccia con gli amici. Il fascino del Kenya più che avvolgere caldamente Kuki, come aveva sempre desiderato, finirà spesso col travolgerla, ponendola al cospetto anche di prove drammatiche e durissime da superare: dalla morte del marito, mentre la donna era in attesa della seconda figlia Sveva, investito da un automobile mentre era in viaggio lungo la strada che congiunge Mombasa a Nairobi, a quella non meno devastante del figlio Emanuele ormai diciassettenne (Garrett Strommen), per avvelenamento a causa del morso di una vipera. E pensare che il ragazzo aveva anche declinato l’ammissione ad un prestigioso college britannico, per restare in Kenya al fianco della madre. A voler tracciare un bilancio di questa sua nuova vita, Kuki apparirebbe sbilanciatamente in perdita: l’Africa le ha sottratto le persone più importanti della sua vita. Eppure la donna decise di continuare a vivere in quelle terre che aveva lungamente sognato, fino a realizzarvi nel 1984 il Gallmann Memorial Foundation, un centro finalizzato alla difesa della fauna selvaggia e in particolar modo degli elefanti.