Il film “Mussolini ultimo atto” va in onda stasera su La7. Narra la storia del dittatore italiano ormai agli ultimi sgoccioli che dopo una lunga strada in discesa ora ripercorre ancora qualche avventura tra i tormenti, la violenza e il disfacimento. Abbandonato dal suo popolo e da gran parte dei suoi seguaci, dove i suoi piani, prima infallibili, ora iniziano a fare acqua da tutte le parti, portandolo alla rovina. La trama è ambientata durante il periodo della Repubblica di Salò, ormai al declino, in cui vengono narrate anche le vicende interiori e i pensieri che tormentano il Duce (Rod Steiger). Tanti sono i ricordi che attanagliano la sua vita, in cui il protagonista ricorda i momenti gloriosi degli anni precedenti che lo hanno visto a capo di una grande popolo e di una terribile ma forte coalizione. Mussolini è costretto a rifugiarsi a Milano per vivere sotto la protezione degli alleati, i tedeschi, e dopo aver rifiutato la resa di fronte ai partigiani del CLN Ata Italia prende la decisione di rifugiarsi in Svizzera, malgrado i consigli del cardinale Schuster (Hernry Fonda).
Qui trova l’appoggio degli anglo-americani che ormai hanno invaso l’Italia. Al suo seguito, gli restano fedeli l’amante Claretta Petacci (Lisa Gastoni) e altri gerarchi che ancora sperano di riprendere il potere. La sua vita viene segnata dalla presenza della scorta della temibile polizia tedesca e da SS, che viene ostacolata da un gruppo di partigiani del CLN che vogliono la testa del duce. I tedeschi riescono ad imporsi e a stabile un accordo. Mussolini continua il suo tragitto e viene lasciato in vita, mentre vengono consegnati dei gerarchi fascisti. Per non essere ucciso, il Duce vede come unica possibilità di salvezza quella di travestirsi da soldato della forza alleata, mescolandosi tra loro e trasferiti su di un camion che però viene fermato a Dongo, vicino al Lago di Como. Qui naturalmente viene riconosciuto e portato in manette in un casolare di campagna abbandonato in attesa di prendere una decisione sulla sua sorte. A giustiziarlo sarà il colonnello Walter Audisio, a capo del CNL con il nome di Valerio (Franco Nero). Così il 28 aprile 1945 viene fucilato nel campo di Giulino di Mezzegra assieme alla sua amante Claretta che aveva cercato invano di salvare la vita all’amato, facendogli da scudo umano. La notizia della sua morte inizia a fare dapprima il giro di Italia e poi del mondo, venendo trasmessa in tutte le stazioni radiofoniche la fine del Duce e della sua dittatura. Giunge al termine anche la fine della guerra mondiale e l’Inno di Mameli viene fatto riecheggiare nelle piazze e negli animi del popolo, come colonna sonora di libertà. La trama è stata mantenuta fedele alla storia originale anche se per tanti versi è stata presa in considerazione la storia ufficiale e non le leggende tramandate.