Stasera sarà ospite della trasmissione Viva il 25 aprile in onda su Rai Uno Teresa Vergalli. Nasce nel 1927 a Bibbiano. Proviene da umili origini e il padre Prospero, dopo aver combattuto la Prima guerra mondiale, si schierò attivamente contro il fascismo e proprio per tali motivi fu perseguitato. La sua fu un’infanzia movimentata e nonostante i tanti problemi Teresa riesce a studiare alle Magistrali a Reggio e nel 1943 organizza la resistenza e i CNL, nonostante la preoccupazione dei genitori per la sua giovane età. Tutta la famiglia viene coinvolta nella lotta, tra sabotaggi, approvvigionamento e aiuti vari. Teresa realizza una staffetta tramite la quale venivano consegnati messaggi o accompagnati dirigenti militari. A lei, ancora minorenne, vengono affidate le vite di tante persone.
Nel 1944 riesce a sfuggire a un attacco tedesco e l’anno successivo si unisce alla Brigata Garibaldi. Dopo la liberazione può riprendere finalmente i suoi studi e terminare il suo percorso formativo. Durante gli anni della lotta politica nell’Unione Donne Italiane e poi dell’Associazione delle ragazze incontra quello che diventerà poi suo marito, Claudio Truffi, anche egli impegnato nel sociale. Da questo matrimonio nasceranno due figli: Alberto e Corrado.
Nel 1975 abbandona i suoi incarichi istituzionali e si dedica all’insegnamento, utilizzando metodi didattici innovativi e dimostrando grande entusiasmo nel forgiare le nuove generazioni. Nel libro “Il giornalino scolastico in Italia” vengono raccolti tutti i lavori realizzati con la collaborazione dei suoi allievi legati soprattutto all’arte e ai monumenti i quali vengono definiti dalla stessa Teresa dei libri aperti in grado di raccontare il passato. La sua intensa storia partigiana è stata raccontata nel volume “Storie di una staffetta partigiana” pubblicato nel 2004, e “Un cielo pieno di nodi” del 2015.
In una recente intervista Teresa Vergalli ha dichiarato di non essersi mai pentita di tutto ciò che ha realizzato e delle sue esperienze pericolose. Racconta di aver vissuto momenti di grande terrore e di paura, ma mai nessuno si è mai tirato indietro o ha pensato di abbandonare la staffetta. Nel mondo purtroppo le guerre non sono finite e tante donne lottano per la loro liberazione in paesi dove le lotte sono come quelle che lei ha vissuto sulla propria pelle, con bombe, carri armati e tanta violenza.
Anche se sono passati 70 anni dalla fine della Grande Guerra alla partigiana sembrano ancora pochi poiché le ferite bruciano ancora e perché non sono serviti ad imparare la lezione promuovendo la pace e la libertà nel mondo. In tutti questi anni si sono sentiti troppi rumori di spari, troppo sangue versato. Proprio per questo è in prima linea con i suoi racconti e i suoi libri, affinché ciò che è stato serva da lezione e da monito.