Su Rete 4 verrà trasmesso il film thriller del 2005 The Interpreter , diretto dal regista statunitense Sydney Pollack. L’interprete Silvia Broome (Nicole Kidman) ascolta casualmente una conversazione in cui si ipotizza l’assassinio del dittatore dello stato africano del Matobo Edmond Zuwanie (nome del dittatore e stato di fantasia ma con possibili riferimenti, impliciti, allo Zimbabwe) e mette al corrente i servizi segreti. Sul caso indagano gli agenti Tobin Keller (Sean Penn) e Dot Woods (Catherine Keener), che scopriranno legami inaspettati tra l’interprete e il dittatore africano. Ecco il trailer del film
Uscito nelle sale cinematografiche nel 2005, “The interpreter” è un thriller americano della durata 124 minuti diretto dal regista Sydney Pollack, che andrà in onda stasera su Rete 4. Protagonista della pellicola è Silvia Broome (Nicole Kidman), un’interprete presso la sede dell’ONU della città di New York nata nella Repubblica Democratica di Matobo (Earl Cameron). Il paese di provenienza di Silvia, la lega a doppio filo alla vicenda della quale diventerà inconsapevolmente protagonista: presso il palazzo dell’ONU, infatti, è atteso il Presidente, appunto, del Matobo che, nell’intenzione di far cadere le accuse mosse nei suoi confronti dalla corte penale internazionale, ha deciso di pronunciare un discorso.
Ciò che viene recriminato al Presidente riguarda, principalmente, il fatto che la Repubblica di cui è a capo, ormai da alcuni anni, si è trasformata in un vero regime militare tanto da mettere in atto numerose azioni di pulizia etnica. Coma anticipato, il ruolo dell’interprete Silvia Broome in tale vicenda è del tutto casuale: proprio Silvia, infatti, ascolta del tutto fortuitamente una conversazione piuttosto compromettente in occasione della quale viene fatta chiara menzione di un complotto ed di un omicidio. Avendo compreso, però, di essere stata scoperta, Silvia decide di fuggire non riuscendo, dunque, a scoprire l’obiettivo del complotto.
Solo il giorno dopo Silvia riesce a capire che l’obiettivo del complotto e dell’omicidio è proprio il Presidente della Repubblica Democratica di Matobo. Convinta che l’unico modo per salvare la vita al Presidente della Repubblica Democratica di Matobo sia quella di denunciare quanto sentito, l’interprete decide di rivolgersi alle autorità competenti e, immediatamente, due agenti dei servizi segreti si attivano per scoprire la verità e, soprattutto, per garantire l’incolumità al Presidente della Repubblica Democratica di Matobo.
I due agenti incaricati di occuparsi della questione sono Tobin Keller (Sean Penn) e Dot Woods (Catherine Keener) ed il primo, intenzionato a conoscere in maniera approfondita il passato dell’interprete, scopre il suo coinvolgimento in azioni di guerriglia organizzate dalla resistenza del Matobo. Proprio Keller, inoltre, viene a conoscenza del fatto che il padre e la madre di Silvia sono stati uccisi per mano del Presidente della Repubblica Democratica di Motobo. L’agente dei servizi segreti, dunque, mosso dalla volontà di proteggerla, si lega profondamente alla donna.
A destare non poche preoccupazioni giunge, però, la notizia appresa da Silvia secondo la quale anche suo fratello ed il suo compagno sono stati uccisi da sicari del Presidente a seguito del loro tentativo di organizzare un meeting tra i vari oppositori del governo. Silvia, pertanto, intenzionata a vendicarsi, decide di avvicinare il Presidente della Repubblica Democratica di Matobo prima che inizi il suo discorso alle Nazioni Unite ma l’intervento di Keller risulta provvidenziale: avendo scoperto che proprio il Presidente aveva architettato tale piano per riacquisire la fiducia dell’ONU, l’agente, infatti, riesce a far desistere la donna dal proprio intento.
Il Presidente della Repubblica Democratica di Matobo, dunque, viene incriminato per i reati commessi e Silvia viene allontanata da New York alla volta dell’Africa a causa delle sue azioni. In merito a tale pellicola cinematografica, è opportuno precisare che essa è stata l’ultima opera del regista Sydney Pollack, morto dopo tre anni dall’uscita nelle sale di “The interpreter”.
Tra le curiosità riguardanti tale film vi è, inoltre, il fatto che esso è il primo ad aver ottenuto l’autorizzazione da parte delle autorità competenti di girare scene all’interno del Palazzo di Vetro. Decisamente curioso è, infine, il fatto che, seppure il regista Sydney Pollack avesse precisato che la trama del film è stata esclusivamente frutto della sua immaginazione, non è difficile trovare alcune similitudini con la storia dello Zimbabwe e con il suo Presidente nemico sia dell’Inghilterra che degli Stati Uniti d’America.
In merito, è opportuno tenere conto del fatto che, per omettere eventuali indizi riconducibili ad una storia vera, il regista ha preteso che per la pellicola fosse creato il linguaggio Ku, una lingua nuova e, pertanto, non utilizzata in nessuno stato africano. Elaborata da un centro linguistico specializzato nelle lingue africane, il Ku ricorda la lingua Bantu parlata in alcune zone meridionali ed orientali del continente africano.