Il volto luminoso e sorridente di Ingrid Bergman accoglie chi arriva al Palais dal porto, pronto a godersi i dodici giorni che da oggi al 24 maggio porteranno sul tappeto rosso del più importante festival di cinema alcuni tra i migliori registi mondiali, gli attori più importanti, le scoperte cinefile. Si parte con una regista francese, la prima volta che una donna apre il Festival di Cannes: si tratta di Emanuelle Bercot con La tete haute, dramma di formazione a sfondo sociale. Un film allopposto del glamour con cui di solito la Croisette sillumina in partenza, un segnale forse figlio dei tempi.
però per molti il festival che definisce una volta per tutte la rinascita del cinema italiano a livello di ribalta internazionale: dopo i molti premi degli ultimi anni, dopo due decadi, Cannes torna a ospitare tre pellicole italiane come Mia madre di Nanni Moretti, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone e Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino. Avendo avuto modo di vedere i primi due, trovandoli ottimi, la squadra italiana può davvero fare il pieno, aggiungendo Louisiana di Roberto Minervini al Certain regard e considerando poi che oltre gli statunitensi Gus Van Sant (Sea of Trees) e Todd Haynes (Carol, tra i favoriti per la Palma doro), i francesi hanno portato film considerati deboli scatenando molte polemiche interne, da cui ci preme salvare il nuovo film di Jacques Audiard.
Se il concorso è per i giornalisti appassionati, pubblico e mass media attendono però il fuori concorso con i tre film più attesi dellintera manifestazione: Inside Out, film animato Pixar che pare, stando ai primi rumor provenienti dagli Usa, far tornare la casa ai livelli di Up e Wall-E; Irrational Man, nuovo film di Woody Allen con la coppia Joaquin Phoenix ed Emma Stone e Mad Max: Fury Road, quarto film della serie post-apocalittica di George Miller che dopo 30 anni riporta ladrenalina tra le dune australiane, portando di nuovo sul red carpet Charlize Theron.
Ovviamente ce nè per tutti i gusti, viste le molte sezioni e la diversità del pubblico che frequenta la Croisette. I più attesi da scrive sono buona parte degli asiatici, questanno con un agguerritissimo plotone che spazia dal wuxiapian (film di spadaccini) di Hou Hsiao Hsien alla delicatezza familiare di Koreeda, dalla natura contemplata nel nuovo film di Apitchatpong (Palma doro nel 2010 con Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti) al nuovo film di Jia Zhang-Ke, tra i più amati registi da festival.
Ma la sorpresa più grande potrebbe arrivare dalla Grecia, con il film The Lobster di Yorgos Lanthimos, regista che ha scioccato il mondo con Dogtooth – giunto fino alla nomination all’Oscar – e in gara per la Palma d’oro con una storia distopica in cui chi non è accoppiato è emarginato dalla società.
Metafore e specchi della realtà che rendono il cinema un’arte per cui lottare, anche oltre a una sana dose di intrattenimento e ribalte mediatiche. E che a Cannes trova molti paladini, per fortuna.