Il viaggio di Alberto Angela ci ha condotti a scoprire le meraviglie della Sicilia, in viaggio tra storia e bellezze naturali, tra realtà conosciute e curiosità sconosciute. Dai 3300 m dell’Etna ai relitti in fondo al mare per aprire una finestra sul passato che ci permette di capire meglio il presente. Si comincia con un’escursione sul vulcano: che la neve cadesse abbondante su questa alta montagna (che tra l’altro in passato ha raggiunto anche i 4000), lo sapevamo. Come si sa che ci sono impianti sciistici. Quello che non si sapeva è che la neve si conservasse per molti mesi protetta per così dire dalla cenere: quando lo spessore di cenere e lapilli supera i due centimetri infatti scatta l’effetto di conservazione.
Ma le curiosità della montagna di fuoco non finiscono qui. Con le telecamere si va a visitare il ghiacciaio posto più a sud d’Europa, situato all’interno di un tunnel. Secondo la mitologia greca sulla montagna di fuoco abitavano i Ciclopi; la spiegazione all’origine della leggenda è a dir poco curiosa. Si deve al ritrovamento di grandi crani con enormi cavità centrali: i resti di elefanti! Giunti qui dall’Asia, quando a causa delle glaciazioni l’isola era collegata alla terraferma, e rimasti isolati in seguito. Legati alla leggenda di Polifemo anche i faraglioni di Acitrezza: rocce basaltiche a pochi metri dalla riva che il gigante avrebbe scagliato contro Ulisse; anche se, secondo un’altra leggenda, li avrebbe tirati contro Aci, suo rivale in amore, da cui derivano i tanti paesi che portano il suo nome: Acicastello, Acireale. Terre del vulcano, la gente del luogo lo chiama Mongibello, termine formato da due parole, una latina “mons” e una araba “giabal” entrambe significano monte: sta ad indicare la storia variegata della Sicilia.
Cominciata con nella preistoria di cui si trovano testimonianze numerose nelle incisioni rupestri delle grotte di San Teodoro, nel comune di Acquedolci (Me), o nel ritrovamento di Thea, resti di una donna preistorica, vissuta probabilmente tra i 14 mila e gli 11 mila anni fa. Storia proseguita con la fondazione delle colonie da parte di gruppi di Greci, che costruirono città destinate a superare in potenza e ricchezza quelle della madrepatria. Simbolo della potenza erano i templi, posti in modo da essere ben visibili dalla costa. Imponente quello di Segesta, grande come un campo da calcio, i cui telamoni cioè le statue portanti superavano i 6,5 m. di altezza. Con un drone le telecamere lo riprendono fornendo una visione inconsueta di quest’opera possente, che scopriamo essere però incompiuta: lo rivelano i maniglioni delle enormi pietre poste alla base; servivano per trasportarle, ma una volta posizionate avrebbero dovuto essere fatti saltare, una operazione che non venne svolta.
Storia di cui si trovano numerosissime testimonianze in fondo al mare. Il presentatore si immerge a 35 m nelle profondità del mare di fronte a Trapani, nel sito museizzato di Cala Minnola, monitorato da telecamere per impedire saccheggi delle numerose anfore. Finite in fondo al mare dopo il naufragio di una nave, partita probabilmente dalle coste campane, e che contenevano il pregiato vino Falerno. Ma dal mare emergono reperti di ogni tipo. Molti gli elmi, i rostri delle navi che testimoniano l’epica battaglia navale tra Romani e Cartaginesi che si svolse proprio al largo dell’isola di Levanzo, e che segnò la fine della prima guerra punica a favore dei Romani. Altra splendida testimonianza dell’epoca è la Villa del Casale di Piazza Armerina, una costruzione enorme costituita da quattro gruppi di edifici che si sviluppavano su tre piani.
Conosciuta soprattutto per mosaici. Famosissimo quello delle ragazze in bikini, giovani donne rappresentate durante le attività in palestra: durante la corsa, il lancio del disco, il salto in lungo, effettuato curiosamente con l’aiuto di pesi. Una vera e propria foto è il mosaico che rappresenta la gara delle quadrighe, con disegni particolareggiati ed estremamente realistici. Suggestiva la visita nelle saline di Trapani, luogo di rara bellezza, sfruttato giá ai tempi dei romani quando i legionari venivano pagati con il sale (da cui salario) e che ininterrottamente, nel corso dei secoli, ha rifornito del prezioso materiale l’Europa intera. La cosa più straordinaria è la chiesa scavata nella roccia salina, da cui sono state ricavate statue e suppellettili, con 800 posti a sedere. La visita nell’isola, chiamata anticamente Trinacria, prosegue mostrando i suoi prodotti più caratteristici: ovviamente i pupi, che scopriamo essere giunti nell’isola solo nell’800. Gli splendidi carretti; le ceramiche di Caltagirone con cui si decoravano le facciate dei palazzi e la splendida scalinata di Santa Maria del Monte che per la festa di San Giacomo viene illuminata da oltre 4000 lumi.
E ancora i vasi a forma di volto prodotti a Santo Stefano di Camastra che raccontano la sfortunata storia di due amanti decapitati. Non poteva mancare la visita al Palazzo dei Normanni di Palermo, una testimonianza della cultura araba e bizantina, le altre grandi civiltà che hanno influenzato la storia dell’isola. Influenza che si ritrova nella vita quotidiana odierna: dalle tradizioni alla cucina, dal dialetto all’agricoltura. Infine i Saloni di Palazzo Gangi dove vennero girate le scene del Gattopardo. Un’altra splendida puntata vista da 1 milione e 843 mila telespettatori, pari a uno share del 9,3%.
Replica Ulisse – Il piacere della scoperta, puntata 30 maggio 2015: come vederla in video streaming – E possibile vedere o rivedere la puntata di Ulisse – Il piacere della scoperta trasmessa ieri grazie al servizio di video streaming disponibile su Rai.tv, cliccando qui.