Tra le scene più famose di “Don Capillo e l’onorevole Peppone”, in onda questa sera su Rete 4, c’è sicuramente il discorso fatto da Peppone in piazza. Il tema fondante del suo discorso è che la patria è il popolo e non i suoi confini. Don Camillo si arrabbia ad ascoltare tali parole e per disturbarlo mette sul grammofono un disco. Mentre le note de “Il Piave” si diffondono nell’aria, Peppone viene come “riposseduto” e inizia ad inneggiare alla guerra: solo al termine del comizio i colleghi riescono a fermarli, ma nel frattempo il popolo sceso in piazza è già partito. Clicca qui per vedere la scena.
In una delle scene di “Don Camillo e l’onorevore Peppone”, il film proposto questa sera da Rete 4, vediamo il sindaco in partenza per la Capitale avere un ripensamento. L’Onorevole Peppone è in treno per raggiungere la Camera quando questo ferma alla stazione di Boretto dove c’è Don Camillo. Il prete vuole salutare il politico facendogli da coscienza, ribadendogli che la moglie gli ha votato contro e che rimpiangerà il paese suscitando l’ira di Peppone mentre il treno riparte. Quando tutti i vagoni hanno lasciato la stazione Don Camillo si sente chiamare, è Peppone che, toccato dalle parole del sacerdote, ha deciso di rimanere a fare il sindaco e di non andare a Roma a fare il deputato. Clicca qui per vedere la scena.
Il film “Don Camillo e l’onorevole Peppone” è il terzo racconto della indimenticabile serie di romanzi dello scrittore Giovannino Guareschi, che va in onda stasera su Rete 4. Il film è stato diretto dal regista ligure Carmine Gallone, la pellicola risale al 1955 e ha una durata di 97 minuti circa. Protagonisti assoluti sono Don Camillo (Fernandel) il parroco del paese e Peppone (Gino Cervi), il sindaco del comune di Brescello. E’ l’anno 1948, continua l’eterna rivalità tra i due, anche in occasione della campagna elettorale. Il sindaco presenta la sua candidatura come deputato e questa notizia fa andare su tutte le furie il buon don Camillo. La trama racconta una serie di episodi, tutti piacevoli e divertenti. Viene ritrovato un vecchio carro armato e il sindaco, che per mestiere fa il meccanico, vuole sistemarlo e tenerlo da parte in vista di una eventuale “rivoluzione proletaria”. Ad impegnare Peppone non è soltanto la messa a punto del carro armato. Per candidarsi a deputato serve la licenza di quinta elementare. Si iscrive quindi alla scuola serale e frequenta con difficoltà.
Sarà proprio il suo amico-nemico ad aiutarlo a superare le prove d’esame. Quando don Camillo manomette i manifesti elettorali di Peppone disegnando baffi, pizzetto e due vistose corna sulla faccia di Peppone, questi ripaga il reverendo rubandogli i polli dal pollaio. Intanto Maria (Leda Gloria) la moglie del sindaco, va via di casa con una bicicletta perchè sospetta che il marito ha una relazione con Clotilde (Claude Sylvain), la segretaria del partito di Peppone. Suo marito e don Camillo, a bordo di un sidecar, la raggiungono e Peppone convince Maria a ritornare a casa. I due prendono il sidecar e il povero don Camillo rimane da solo con la bicicletta della donna, unico mezzo che può ricondurlo in canonica. Nei giorni seguenti Peppone continua la sua campagna elettrale con comizi e discorsi al suo popolo. Presto il sindaco si trova a dover scegliere tra la carriera di deputato da svolgere a Roma o la carica di sindaco del suo paese.
Maria si oppone alla sua partenza ma Peppone è più che deciso e prende il treno che lo porterà nella capitale. Sul treno trova Clotilde che, delusa dal comportamento di Peppone, si mostra fredda e distaccata. Quando il treno ferma a Boretto la stazione ferroviaria più vicina a Brescello, Peppone vede Don Camillo che lo sta aspettando per convincerlo a ritornare indietro. Per riuscire nel suo intento il parroco prospetta a Peppone un futuro da deputato a Roma troppo anonimo rispetto alla carica di sindaco che per anni ha ricoperto con autorevolezza al paese. Don Camillo colpisce nel segno e Peppone decide di ritornare tra i suoi compaesani. Il reverendo e il suo amato e odiato sindaco prendono la strada che li riporta a Brescello, a bordo di due biciclette. Durante il percorso i due si superano continuamente e danno vita ad una vera tappa ciclistica, degna di due campioni del giro d’Italia.