Questa sera Rai Tre trasmette alle 21.05 il film di guerra “Miracolo a Sant’Anna”, diretto da Spike Lee, girato in Italia ed interpretato da attori italiani e stranieri. La vicenda narra di un tragico eccidio svoltosi a Sant’Anna di Stazzema nel corso della Seconda Guerra Mondiale. La scena più toccante è senza dubbio quella della strage della chiesa. In queste immagini vediamo i generali tedeschi che, pur di estorcere una infomrazione utile a loro, minacciano un sacerdote e tutta la sua parrocchia raccolta nel piazzale della chiesa. Il Sacerdote tenta invano di convincere i soldati che le sue pecorelle sono innocenti e non sanno nulla ma, certo che nemmeno questo allargherà il cuore degli assassini, si raccoglie in preghiera e benedice la sua chiesa. Dopo aver recitato il “Padre nostro” si rivolge a Dio e, un secondo prima di morire lo implora: “padre, predona loro perchè non sanno quello che fanno”. Il proiettile impietoso si infila nelle membra del prete e le mitragliatrici fanno strage di tutte le persone che un momento prima erano inginocchiate con lui. Ecco il video di questa scena: clicca qui
Le riprese del film hanno suscitato subito polemiche in particolare da parte dellAnpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che si è schierata contro la lettura degli eventi che viene data attraverso la pellicola. Laccusa mossa contro Il Miracolo di SantAnna è quella di revisionismo, dal momento che dal film sembrerebbe che luccisione di più di 500 persone, sia stata una rappresaglia dovuta al tradimento di un partigiano. Accuse che il regista Spike Lee aveva rispedito al mittente prontamente, dichiarando che il film presenta fatti storici ai quali però affianca anche diversi elementi di fantasia. In seguito alla discussione, in un comunicato, lAnpi ricorda che il massacro di SantAnna di Stezzema fu dovuto a precise e condotte responsabilità delloccupante nazista e non spetta allassociazione dare dei giudizi su un film che mescola realtà e fantasia, aggiungendo un plauso a ogni contributo al perpetuarsi del ricordo di chi ha consentito che lItalia diventasse un paese democratico. Polemiche che anche Giorgio Napolitano ha contribuito ad attenuare, dichiarando che il film è un omaggio alla Resistenza.
Cinema d’autore nella prima serata di sabato 18 luglio su Rai Tre. Va in onda infatti alle 21.05 ”Miracolo a Sant’Anna”, uno dei più controversi film del regista americano Spike Lee. Solitamente icona degli afroamericani negli USA, Spike Lee ha voluto in questa pellicola del 2008 raccontare una storia di guerra realmente accaduta, quella dell’eccidio nazista di Sant’Anna di Stazzema avvenuto in Italia nel corso della Seconda Guerra Mondiale. E lo ha fatto attirando su di sé numerose polemiche, in quanto nella ricostruzione cinematografica la strage compiuta per mano nazista viene rappresentata come rappresaglia causata dal tradimento del partigiano Rodolfo. Un film comunque di grandissima intensità, che prova a riportare alla luce un episodio particolarmente drammatico degli anni bui della guerra nel nostro paese. La storia di ‘Miracolo a Sant’Anna’ parte in realtà in epoca contemporanea. Lo scenario del raccolto è quello di un efferato omicidio compiuto a New York, all’interno di un ufficio postale della Grande Mela. Ma non si tratta della solita rapina, ma di un regolamento di conti fra due uomini. Durante le indagini si presenta l’occasione per raccontare quella che è stata la storia, durante la Seconda Guerra Mondiale, della novantaduesima sezione di fanteria ‘Buffalo’, inviata in Europa a combattere nella campagna d’Italia. In particolare sono quattro soldati afroamericani ad essere protagonisti, durante il loro periodo di servizio lungo la linea gotica. Uno di essi, Sam Train (interpretato da Omar Benson Miller), si produce nell’eroico salvataggio del piccolo Angelo Torrancelli (interpretato da Matteo Sciabordi). Angelo non ha più nessuno, visto che i genitori sono morti per mano nazista, e Sam decide di portarlo con sé, assieme ad un marmo (la testa di un uomo) rinvenuto durante il passaggio della compagnia a Firenze. Dal capoluogo, i soldati afroamericani si spostano lungo le montagne della Toscana, e lì fanno conoscenza dei partigiani (tra i quali Peppi Grotta, interpretato da Pierfrancesco Favino) e dei piani della Resistenza per liberare il paese dall’occupazione dei nazisti. Le varie storie si dipanano durante l’estate, e al centro della trama c’è sempre il fatidico giorno del 12 agosto 1944 e del tradimento del partigiano Rodolfo (interpretato da Sergio Albelli), che avrebbe causato il mostruoso eccidio nel paesino di Sant’Anna di Stazzema. Ovvero di quando oltre cinquecento persone, compresi vecchi, donne e bambini, vennero trucidati dalle SS. Dai rapporti di amicizia nati con le brigate partigiane, la divisione Buffalo scopre dunque il ruolo centrale del partigiano Rodolfo nelle loro vicende e nelle loro conseguenze, col suo tradimento che oltre a causare la perdita di tante vite umane, ha anche regalato vantaggi enormi agli occupatori nazisti, che hanno potuto cingere d’assedio diverse cittadine della zona che i partigiani stavano tentando di liberare.
La resa dei conti arriva al momento di un durissimo attacco nel quale si trovano coinvolti i soldati della novantaduesima divisione Buffalo, presi d’assedio nel paesino toscano dove si nascondevano e sterminati dai nazisti. L’unico a salvarsi è Hector Negron (interpretato da Laz Alonso), caporale che eroicamente riesce a portare in salvo anche il piccolo Angelo e la testa marmorea dalla quale Sam Train non si separava mai. La storia di guerra si conclude e si torna ai giorni nostri, quando si capisce che a compiere l’omicidio all’interno dell’ufficio postale è stato proprio Hector Negron, che si è ritrovato di fronte, a distanza di sessant’anni, il partigiano traditore, Rodolfo. A salvare Hector sarà clamorosamente l’intervento di Angelo Torrancelli (interpretato da adulto da Luigi Lo Cascio), diventato nel frattempo uno degli uomini più ricchi del pianeta. Torrancelli pagherà la cauzione per Hector Negron, e il cerchio su tutta la storia si chiuderà definitivamente con la scoperta che la testa di marmo ritrovata da Sam Train era quella della Primavera del Ponte di Santa Trinità, una delle opere d’arte di più inestimabile valore di Firenze.