A sei mesi dalla morte di Boris Nemtsov, la figlia Zhanna continua a cercare l’assassino del padre e i suoi mandati. Di recente la donna, che fa la giornalista, è stata premiata in Polonia con un milione di euro per la sua lotta a favore della democrazia in Russia e nei paesi dell’ex unione sovietica. Zhanna Nemtsova ha già detto che utilizzerà i soldi del premio per continuare a rendere note le storie dei cittadini oppressi in Russia dal regime autoritario di Putin. Allo stesso tempo la giornalista sta indagando sulla morte del padre che venne ucciso nel febbraio 2015 in circostanza misteriose, ma da sempre si crede che dietro l’attentato si nasconda il governo del Cremlino.
Nella puntata odierna di Top Secret, Claudio Brachino racconterà la storia di Borsi Nemtsov, il politico russo ucciso il 27 febbraio 2015 a Mosca. Da sempre impegnato al fianco della gente comune, Nemtsov fu ucciso nella Piazza Rossa di Mosca da alcuni colpi di pistola sparati da un assassino che non fu mai trovato. Nel corso della sua carriera, l’uomo si era trovato spesso a combattere il potere del governo russo e per questo da sempre si sospetta che dietro il suo omicidio ci sia il Cremlino. Nemtsov era anche un fisico, ma entrò nei movimenti politici dopo il disastro di Chernobyl. Da sempre contrario all’eccessiva autorità dei partiti russi, lo scienziato si scontrò soprattutto contro Vladimir Putin ritenuto troppo severo e un problema per il bene dei cittadini russi. Nemtsov scrisse molti articoli al vetriolo contro Putin e fu uno dei principali oppositori, quando già sedeva nel parlamento di Mosca, all’invasione dell’Ucraina perpetuata dal Cremlino. Le sue idee contrarie all’autorità di Putin e le sue lotte contro le decisioni governative lo portarono ad essere una figura malvista dagli organi statali, fino al tragico omicidio che gli costò la vita lo scorso febbraio