Alla finale di Miss Italia 2015 partecipa anche la fossanese Elisa Muriale, Miss Piemonte. La 19enne di Cuneo, nata a Savigliano il 21 dicembre del 1995, si è diplomata al liceo scientifico Vallauri e ora si è iscritta alla Torino Musical Academy, dopo aver superato le audizioni nel mese di luglio. Il suo sogno è quello di venire incoronata reginetta di bellezza nel più prestigioso concorso di bellezza a livello nazionale, che con i 10mila euro in palio le permetterebbe anche di studiare e proseguire la carriera senza pesare troppo sulla famiglia, come ha voluto sottolineare lei stessa in un’intervista. La bellezza acqua e sapone di Elisa potrebbe facilmente conquistare giudici e pubblico, con il suo metro e settantadue di altezza, i corti capelli castano chiaro e profondi occhi nocciola. Dopo l’esperienza a Miss Italia 2015, la Muriale ha affermato di voler diventare attrice o conduttrice televisiva, anche se le piacciono anche la danza e il canto. Sportiva, ha praticato pallavolo a livello professionistico e ama anche nuotare, andare in palestra e seguire corsi di zumba. Nonostante il suo aspetto molto femminile, Elisa è sempre stata un maschiaccio: “Da piccola giocavo con i soldatini insieme a mio fratello. Mi è rimasto lo spirito avventuroso e vorrei viaggiare per il mondo”. Per il momento quindi per la Muriale l’idea di mettere su famiglia sposandosi e avendo dei figli è ancora lontana. Nelle sue interviste Elisa ha parlato anche di un aspetto molto personale della sua storia: “Prima che nascessi i medici mi avevano diagnosticato delle malformazioni al cervello che mi avrebbero portata alla morte, in realtà oggi sono qui a Miss Italia”. Elisa, che vive con la sua famiglia e ha un fratello maggiore, al momento è fidanzata con il titolare di una ditta di caffè. In tre parole, la Muriale si è definita così: “Umile, semplice e determinata”. La Muriale è l’unica ragazza a rappresentare il Piemonte tra le 33 finaliste e non si aspettava di arrivare a questo grande traguardo: “Da più di duecento siamo rimaste prima in sessanta e poi in trentatré. E io non pensavo neanche di superare il primo step”.