Presentato fuori concorso nel 2015, in occasione del 72esimo Festival del Cinema di Venezia, “Go with me” arriva nelle sale italiane oggi 13 ottobre: tratto dal best-seller omonimo, il film è diretto dal regista svedese Daniel Alfredson, noto per aver firmato gli ultimi due capitoli della trasposizione cinematografica della Trilogia Millennium di Stieg Larsson. “Go with me” ha le cadenze del thriller vecchio stampo che, però, ben presto si trasforma in una vera caccia all’uomo (il misterioso Blackway, interpretato da Ray Liotta). Il titolo originale della pellicola in realtà è proprio “Blackway”: girato in terra americana, nei boschi al confine tra Stati Uniti e Canada, il film di Daniel Alfredson porta sul grande schermo un fortunato romanzo di Castle Freeman Jr. e annovera nel proprio cast soprattutto il Premio Oscar Anthony Hopkins (Lester). Accanto a lui c’è Julia Stiles (nei panni di Lilian), oltre alla coppia di attori canadesi formata da Alexander Ludwig (Nate) e Lochlyn Munro (Murdoch).
In una comunità di boscaioli nel nord-ovest degli States, non lontano dal confine canadese, prende le mosse quella che appare come la più classica delle storie di frontiera: una terra di nessuno dove la legge e i tradizionali valori sembrano rispondere a logiche diverse da quelle del cosiddetto “mondo esterno”. Lilian, una donna appena tornata nei luoghi della sua infanzia e in servizio come cameriera presso un bar, viene tormentata da Blackway, un ex poliziotto dal passato oscuro e con il quale nessuno pare voglia avere a che fare. Dopo essere stata vittima di un’aggressione e aver visto decapitare il proprio gatto, Lilian decide di rivolgersi allo sceriffo della piccola provincia, denunciando Blackway per stalking: tuttavia, l’ufficiale sceglie di lavarsene le mani, invitandola a partire anziché mettersi contro l’uomo che sembra dettare legge nella cittadina. La donna prova allora a rivolgersi al consiglio degli anziani che lavorano nella segheria locale, vero centro pulsante della comunità: anche qui nessuno si schiererà dalla sua parte, fatta eccezione per il vecchio boscaiolo Lester e il suo giovane amico ritardato, Nate. Impressionato dalla forza d’animo di Lilian, più coraggiosa dei suoi concittadini, l’anziano uomo decide di aiutarla a trovare Blackway, rivelandole alcuni dettagli sul maniaco che l’ha presa di mira. Comincia così una sorta di caccia all’uomo, nel corso della quale l’improvvisato trio viene messo sulla buona strada da Murdoch, un vecchio conoscente di Lester. In un crescendo drammatico, frammentato da alcuni flashback di Lester, si arriva alla resa dei conti con il pericoloso criminale che, dopo essere stato continuamente evocato nei racconti e nei ricordi di chi l’ha conosciuto, svela finalmente la sua identità.
Daniel Alfredson, che già aveva lavorato con Hopkins sul set de “Il caso Freddy Heineken”, ha spiegato che il suo intento era quello di portare in scena il libro di Freeman, creando “un thriller che però è girato come un western classico, nel quale i buoni vanno alla ricerca del cattivo”. Presentando il suo ultimo lavoro, il regista ha anche spiegato di essersi ispirato a “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad, costringendo i personaggi a vivere una vera e propria discesa nell’oscurità sulle tracce del malvagio Blackway.