Rai 1 proporrà per la sua seconda serata di oggi, domenica 9 ottobre 2016, uno speciale del Tg1 che alle 22:40 si concentrerà sull’inchiesta di Adriana Pannitteri dal titolo Vite di vetro. L’occasione servirà alla giornalista per fare un’incursione in tutto il territorio italiano nell’ambito psichiatrico, andando a vedere che cosa è cambiato in merito alla disciplina dalla nascita della legge 180, conosciuta anche come legge Basaglia. Sono trascorsi infatti 40 anni da quel giorno, che verrà ricordato domani con diverse iniziative. La legge Basaglia ha significato innanzitutto la chiusura di quelli che ancora venivano considerati manicomi, luoghi angusti in cui spesso sono state rinchiuse anche persone affetta da patologie attualmente curabili. Fino al 13 maggio del 1978, giorno in cui è stata promossa a pieni voti la proposta parlamentare di Franco Basaglia: fino a quel momento la malattia mentale non era considerata una vera e propria patologia. L’unica cura possibile era l’allontanamento dalla società, spesso perché i soggetti venivano considerati pericolosi o non idonei a vivere insieme agli altri. La legge 180 ha puntato invece tutto sui diritti, spesso negati alle persone interessate sotto varie forme, dando dignità ai malati e prevedendo un sistema di cure.
Nonostante la rivoluzione che in tutti questi anni rese possibile la legge Basaglia, negli ultimi tempi le cose sono piuttosto cambiate. Grazie all’approfondimento di Adriana Pannitteri, scopriremo l’altro volto della psichiatria, quello dei pazienti e degli specialisti, impegnati in un lavoro spesso ostico e ammorbidito, almeno in parte, dai servizi pubblici. Un campo, quest’ultimo, che purtroppo prevede anche la spada di Damocle della spesa pubblica ed il conseguente vaglio da parte del governo. L’innovazione della legge Basaglia consiste innanzitutto nel coltivare tutte quelle qualità umane altrimenti represse in manicomio. Il malato viene inoltre inserito nel contesto sociale e sostenuto nelle relazioni con familiari ed estranei. Spesso viene invogliato anche ad intraprendere un percorso lavorativo. In un quadro così roseo non si può tuttavia non tenere conto che l’emergenza psichiatrica aumenta il proprio livello in modo esponenziale. Al centro, si trovano anche tutti quegli adolescenti che oggi, sempre di più, ricorrono al suicidio oppure praticano l’autolesionismo per affrontare problemi ritenuti insormontabili.