Fabio Volo si mette a nudo a pochi giorni dal debutto sul canale Nov di “Untraditional”, la nuova serie realizzata per Discovery Italia che andrà in onda dal prossimo 9 novembre. L’attore, scrittore e conduttore si racconta al settimanale “Chi” sul numero in edicola domani, mercoledì 2 novembre: non parla solo del suo lavoro ma anche della sua vita privata. E anche dell’intreccio inevitabile tra carriera e vita privata. Un momento “difficile” della sua carriera, racconta Volo, è stato “quando sono passato da essere single a diventare padre. Perché sull’essere single avevo costruito un’identità e, facendo un lavoro che è l’espressione di me, quel cambiamento era molto forte. È stato un periodo difficile e, se devo farmi un complimento, ho saputo reagire. A furia di dire che ero bravo e che tutto quello che toccavo diventava oro, quella transizione mi ha messo alla prova. Ho anche pensato di smettere e di fare altre cose, invece sono riuscito a riprendere e a passare dal rock al pop”.
Fabio Volo spiega poi quali sono state le varie fasi della sua vita fino ad oggi: “La mia benzina è l’insoddisfazione, fino a 21 anni ho avuto una vita semplice e, quando puzzi di povero, anche se hai la tua rivalsa e ti guadagni un pezzo di mondo, vedi sempre gli altri più grandi, bravi e belli di te, sei come il leone che non si ribella all’addestratore perché non sa di essere così forte da poterlo mangiare (…) Dopo che ho avuto successo mi hanno sparato in tutti i modi ma sono rimasto in piedi, e allora dopo un po’ hanno smesso. Questo è un Paese strano: quando sei a terra tutti ti vogliono aiutare, quando sei in cima tutti ti vogliono abbattere”. “Untraditional” farà entrare i telespettatori direttamente nella vita di Fabio Volo: nelle nove puntate di questa nuova serie tv sarà appunto mostrato cosa significa essere l’attore. Con una trama che racconta il desiderio di Fabio Volo di realizzare un progetto televisivo che gli consentirebbe di andare a vivere con la famiglia a New York. Al settimanale “Chi” Fabio Volo parla anche dei vertici della Rai, che conosce e con i quali ha lavorato, come Antonio Campo Dall’Orto e Daria Bignardi, e delle critiche che stanno ricevendo: “Hanno sbagliato? Li conosco, sono molto bravi. La Rai è una struttura complessa dove, se devi impiegare la metà del tuo tempo per risolvere le rotture di palle, ti resta poco per esprimere la tu creatività”.