Una figura magnifica che nell’antichità simboleggiava potere, gloria e opulenza. Carlo Magno ha fondato il Sacro Impero Romano in un contesto difficile dal punto di vista storico e sociale, diventando un faro per molti cambiamenti anche grazie alle sue capacità relazionali. Un fattore importante della sua figura furono infatti gli amori, oltre che le mogli e la conseguente prole. La storia di Carlo Magno e dei suoi amori verrà trattata nella puntata di oggi, sabato 3 dicembre 2016, di Ulisse, il piacere della scoperta, in onda su Rai 3. Secondo gli studiosi, Carlo Magno ebbe quattro mogli di primo rango, matrimoni contratti per rinforzare i legami fra i clan. Avrebbe inoltre avuto una moglie di secondo rango ed almeno sei concubine, da cui ebbe venti figli, dieci maschi e dieci femmine. Come riporta Gaudio.org, il Generale non fu molto fortunato con i figli maschi, che morirono tutti prima di lui, tranne Ludovico, il suo unico erede. Con le figlie invece era piuttosto possessivo, tanto che aveva preteso che non si sposassero con nessuno, per evitare che eventuali rivali richiedessero l’eredità e cercassero di scalzare i suoi legittimi successori.
I matrimoni contratti da Carlo Magno erano un misto di soddisfazione personale e strategie politiche. La prima moglie venne sposata proprio per questo motivo, in quanto Desiderio era la figlia del re dei Longobardi. Nozze che tuttavia non durarono a lungo, dato che appena un anno più tardi Carlo Magno divenne nemico dei Longobardi e decise di ripudiare la moglie. Fu invece la seconda moglie, Ilbegarda, a dargli nove figli, di cui i tre maschi Pipino, Carlo e Ludovico. Fastrada, una nobile di origine franca, gli diede in seguito altre due figlie ed alla sua morte, Carlo sposò Liutgarda, un’alemanna, che tuttavia non gli diede nessun figlio. La donna fu l’ultima moglie legittima che l’Imperatore volle avere al suo fianco. E’ qui che subentra la moglie di secondo grado, a cui secondo la legge non spettava nulla in caso di ripudio ed i cui figli non potevano aspirare ad ottenere l’eredità del padre.