Rosarno/ La rivolta degli immigrati sei anni dopo: Il video di anticipazione di Giulio Golia (Le Iene oggi, 2 febbraio 2016)

- La Redazione

Rosarno, l’inchiesta de Le Iene sei anni dopo la rivolta degli immigrati. Giulio Golia è andato nella piana di Gioia Tauro e ha scoperto che la situazione dei migranti non è molto cambiata

migranti_immigrati_profughi_rifugiati_extracomunitari Foto Infophoto

La tendopoli non è l’unica realtà della zona fa sapere Giulio Golia che questa sera ci parlerà della realtà di Rosarno, a Reggio Calabria, sei anni dopo la rivolta degli immigrati. La Iena spiega che una fabbrica abbandonata è diventata una casa per altri quattrocento africani che vivevano nella stessa condizione solo in un altro edificio. Non ci sono condizioni di sicurezza e igiene, le molte bombole a gas e unica via di uscita rappresentano di certo un rischio davvero troppo grande per essere vero. Cosa accade oggi a sei anni di distanza dalla rivolta degli immigrati? Giulio Golia è tornato sul posto per darci nuove delucidazioni e portarci all’interno di una realtà davvero molto complicata. Ci aspettiamo sicuramente un servizio molto interessante che possa far luce su una situazione davvero molto importante e che troppo spesso è stata immersa nell’ombra. Clicca qui per il video di anticipazione.

Si parlerà anche della vicenda di Rosarno questa sera nel programma di Italia Uno Le Iene. L’inviato Giulio Golia è andato in Calabria, nella Piana di Gioia Tauro, dove ogni anno, da dicembre a marzo, periodo di raccolta dei mandarini, si riversano migliaia di lavoratori stagionali, per lo più di origine africana. La massima concentrazione di extracomunitari è intorno a Rosarno, piccolo paese di 15mila abitanti in provincia di Reggio Calabria. Qui, sei anni fa, tra Rosarno e Gioia Tauro, erano circa 1.500 gli extracomunitari che lavoravano come manodopera nell’agricoltura. Ma la convivenza forzata tra lavoratori africani, stanchi del bassissimo compenso giornaliero, e gli abitanti del posto portò a una vera e propria rivolta. In seguito a quell’episodio, nella zona industriale poco fuori Rosarno, fu costruita una tendopoli. Una sistemazione che sarebbe dovuta essere di emergenza: prevista per 450 persone attualmente ne ospita di fatto più di 1.200 ed è diventata una sorta di “ghetto” con supermercato, negozi, chiesa e campo da calcio. Giulio Golia intervisterà gli immigrati che alloggiano in queste sistemazioni, documentano le condizioni precarie, sia a livello lavorativo che igienico-sanitario, in cui continuano a vivere. 

Scoppiò sei anni fa, nel 2010, la rivolta dei braccianti di Rosarno, vicenda di cui torna ad occuparsi questa sera il programma di Italia Uno Le Iene. All’epoca i braccianti impiegati nella raccolta degli agrumi si ribellarono contro quelle che consideravano condizioni di vita e di lavoro pesanti, denunciando atti di intolleranza da parte degli italiani nei loro confronti. La protesta scoppiò i primi giorni di gennaio, tra il 7 e il 9, dopo il ferimento di alcuni immigrati africani da parte di sconosciuti, e si trasformò in una vera e propria rivolta urbana che vide contrapporsi immigrati, cittadini e forze dell’ordine. Oltre 2mila immigrati marciarono per le strade di Rosarno armati di spranghe e bastoni e distruggendo cassonetti e auto: gli abitanti della città risposero alla violenza con la violenza e costituirono addirittura delle ronde. Nei giorni seguenti si verificarono diversi agguati di africani a rosarnesi e viceversa fino a che le forze dell’ordine riuscirono a riportare la calma: per evitare l’insorgere di ulteriori tensioni la maggior parte degli immigrati fu trasferita in altri centri di identificazione ed espulsione, tra cui quelli di Crotone e Bari. A sei anni di distanza però la situazione non sembra essere cambiata e le condizioni igienico-sanitarie dei migranti non sono meno preoccupanti: allora i braccianti dormivano in una fabbrica dismessa, oggi sono alloggiati in una tendopoli. 







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