Stasera tra i film nominati agli Oscar 2016 (anche come miglior film e miglior regia) c’è “La grande scommessa-The big short” diretto da Adam McKay. Basato sul libro di Michael Lewis “The big short-Il grande scoperto”, la pellicola è diretta da Adam McKay ed è stata distribuita da Universal Pictures in America e Paramount nel nostro Paese. La Grande scommessa approfondisce un tema già abbastanza cavalcato negli ultimi anni, con film come “Margin Call” e documentari come “Inside Job”. McKay ha fatto in modo che ci fosse comunque tanta ironia all’interno delle scene, arrivando quasi a parodiare il lusso e lo stile di vita ostentato in alcune scene. Nonostante ciò la critica arriva secca, dritta e pungente come lo è in “Inside Job”, su un sistema che rende troppo facili frode e soldi facili per gli addetti ai lavori. Christian Bale, nei panni dello stravagante Burry, conferma la sua fama di star del cinema degli ultimi anni, insieme ad uno Steve Carell in una veste nuova e ad un Ryan Gosling concentrato ed in forma. Ottimo il contributo di Brad Pitt nelle vesti di Ben Rickert, personaggio esperto e disilluso.
– Ambientato durante la crisi del 2007/2008 di cui stiamo ancora attraversando i postumi, La grande scommessa ha tutte le caratteristiche di un film drammatico ma ha, inevitabilmente, anche gli elementi del documentario. Le scene iniziano con la presentazione di 3 personaggi principali: Michael Burry, direttore di un hedge fund, se ne sta nel suo ufficio a studiare numeri e documenti fino a dormirvi la notte, mentre Mark Baum, investitore per una società analoga, è un uomo con evidenti inquietudini familiari dovute anche al suicidio del fratello per motivi finanziari. Il terzo uomo è il brillante impiegato di Deutsche Bank, Jared Vennett, giovane e carismatico con tanta voglia di emergere dalla situazione finanziaria. Andando avanti nel film, si capisce ben presto che l’intenzione di Burry è quella di investire contro l’attuale mercato immobiliare tramite il sistema dei crediti default swap. Infatti, dallo studio dei documenti e dei numeri, Burry intuisce che tutto il sistema immobiliare è frutto di una gigantesca bolla, che alla sua esplosione farà crollare l’economia, tranne chi ci investe contro. Burry si reca in banche dalle grandi risorse economiche con questa intenzione ed avvia la sua pratica con i default swap, venendo perciò deriso ed assecondato. A questo punto entra in gioco Vennett, che venuto a sapere dell’investimento di Burry, decide di seguirlo nella scelta e di fare lo stesso tipo di mossa finanziaria; a questo scopo contatta il trader Mark Baum e lo invita a fare da mediatore per l’investimento insieme al suo gruppo. Al gruppo di uniscono i giovani investitori Charlie e Shipley, che convinti da un volantino di Vennett si inseriscono nell’operazione e si affidano al banchiere in pensione Ben Rickert, che li aiuta a trarre profitto dalla crisi imminente. Alla fine, con l’arrivo della crisi che tutti noi conosciamo, il profitto di Burry arriva al 489%, mentre la carriera degli altri investitori coinvolti prende strade diverse. Ciò che accomuna tutti, però, è un senso di rimorso ed amarezza per come siano andate le cose; Baum, infatti, non rinuncia a continuare la sua carriera, mentre Rickert se ne torna nella sua serena abitazione lontano da Wall Street. Eppure, nonostante un crollo verticale dell’economia causati da errori colossali e comportamenti fraudolenti, i responsabili rimangono a piede libero ed i famosi CDO tornano ad ingannare gli americani con un diverso appellativo.