Il film Revenant – Redivivo di Alejandro Gonzalez Inarritu è in pole position nella notte degli Oscar 2016 per vincere la statuetta di miglior film. Sarà una lotta a tre con The Martian – Sopravvissuto di Ridley Scott e Mad Max: Fury Road di George Miller. Gianni Canova dagli studi di Sky Cinema ha dato la sua opinione sul film, esprimendo un taglio interessante di analisi della pellicola. Ecco le sue parole: “Revenant – Redivivo è un film nel quale ci sono molte contraddizioni, ma sono proprio queste a renderlo ancora più interessante“.
Con le sue 12 nomination, è il vero frontrunner di questa 88° edizione della Premiazione degli Oscar. Parliamo di Revenant – Redivivo, pellicola di genere drammatico diretta da Alejandro González Iñárritu, che nutre chiare velleità di vittoria dopo aver già ricevuto nel 2015 l’ambita statuetta d’oro per il Miglior Film e per la Miglior Regia con Birdman. Protagonista questa volta è Leonardo Di Caprio, ancora a secco di Oscar ma reduce da una serie di grandissimi successi negli ultimi anni con film come Inception, Django Unchained e The Wolf of Wall Street, mentre coprotagonista è Tom Hardy, anche lui reduce da successi come lo stesso Inception (proprio con Di Caprio), Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno e Mad Max Fury Road (concorrente, ironia della sorte, proprio di Revenant per l’Oscar 2016 al Miglior Film).
Revenant è ispirato alla storia del cacciatore e scout Hugh Glass, pur romanzata in alcuni punti. Glass (Leonardo Di Caprio) viene assunto come guida per una spedizione di cacciatori di pelli e pellicce, comandata dal capitano Henry. Nonostante la prudenza, un folto gruppo di aggressivi indiani Arikara riesce a scovare la spedizione, attaccandola e riuscendo a uccidere oltre 30 uomini. I superstiti sono costretti a fuggire e a nascondere le pellicce in attesa di tempi migliori, inerpicandosi sulle montagne per cercare di sfuggire ai loro inseguitori pellerossa. Durante uno stop del gruppo Glass, allontanatosi per cercare prede, viene attaccato da una feroce orsa grizzly che teme per i suoi cuccioli. Il cacciatore viene ferito molto gravemente ma riesce ad uccidere l’orsa con un colpo del suo fucile e alcune coltellate ben assestate, ma è troppo debole per muoversi. I compagni lo curano al meglio delle loro possibilità e cominciano a trasportarlo su un’improvvisata barella, ma il percorso si rivela troppo tortuoso e così il capo della spedizione, il capitano Henry, sicuro che ormai Glass non possa comunque sopravvivere, decide di offrire una sostanziosa ricompensa a chi vorrà vegliare sul cacciatore e, quando arriverà la sua ora, offrirgli degna sepoltura. Saranno in tre ad accettare: Hawk, figlio dello stesso Glass e di una pellerossa tempo prima in un attacco di soldati americani, Bridger, un giovane cacciatore, e Fitzgerald, il quale non fa grande mistero di essere mosso soprattutto dalla ricompensa e non dal destino di Glass.
Nei giorni successivi la situazione precipita: le condizioni di Glass non migliorano ma neanche peggiorano, rendendo la veglia più lunga di quanto pronosticato. Fitzgerald, approfittando di un momento di solitudine, cerca dunque di soffocare lo scout ma viene scoperto dal giovane figlio Hawk. Tra i due nasce una colluttazione e sarà proprio Hawk ad avere la peggio, costringendo Fitzgerald a nasconderne il cadavere e a ingannare Bridger, facendogli credere che un gruppo di pellerossa aggressivi si stia avvicinando. Glass viene quindi abbandonato completamente a se stesso, debilitato ma ancora vivo, e per lui avrà inizio una vera e propria odissea per rimettersi in piedi e vendicarsi di coloro che lo hanno abbandonato. Il film ha visto il budget iniziale più che raddoppiare, passando dagli iniziali 60 milioni a poco più di 130, circostanza che non ha intimidito un Inarritu più che deciso a difendere le proprie scelte registiche.
Revenant è stato girato in perfetto ordine sequenziale di scene e in condizioni climatiche spesso proibitive (un problema rimarcato più volte anche dallo stesso Di Caprio, che pure non si è mai tirato indietro), per aggiungere un tocco di maggior realismo immersivo. Nonostante alcune differenze con la reale storia di Hugh Glass (che, ad esempio, non aveva figli con sangue pellerossa) la pellicola funziona, grazie anche a una grandiosa fotografia e a una vera e propria gara di bravura tra Di Caprio, che per lunghi tratti del film riesce a recitare anche soltanto con lo sguardo, e Tom Hardy, un “cattivo” in linea con lo spirito cinico di quei tempi. Da non perdere.