Nel testo dell’ultim’ora sottostante, nella quale si dà notizia della puntata del 29 maggio del Maurizio Costanzo Show, lo storico e opinionista Giordano Bruno Guerri è stato definito “di estrema destra”; definizione fuorviante, oltre che smentita nei fatti dalla produzione giornalistica e saggistica di Guerri. Accogliendo pertanto la diffida del giornalista, provvediamo a rettificare e ci scusiamo con Guerri.
Giordano Bruno Guerri, ospite questa sera al Maurizio Costanzo Show, è un personaggio che sicuramente fa discutere per la sua impronta politica di estrema destra e per il suo obiettivo di riabilitare un’epoca politica alquanto complicata. Recentemente, ha fatto molto parlare di sé per la presentazione della mostra “Il culto del Duce”, dedicata alle raffigurazioni di Benito Mussolini. L’esposizione è stata allestita nel museo di Salò (MuSa). Diverse le polemiche scatenate da tale iniziativa. Ad esempio Attilio Zinelli, esponente di Rifondazione Comunista, ha deciso di inviare una lettera al prefetto e al questore della città per mettere in evidenza un’operazione da lui considerata soprattutto politica, e non storica o culturale. Anche l’associazione dei partigiani ha espresso diverse polemiche contro questo evento. Dall’altra parte, Guerri non si è fermato e ha parlato di una documentazione a metà strada tra lo storico e l’artistico, parlando di un culto che secondo lui è esistito ed è stato ben radicato nella nostra società.
Giordano Bruno Guerri sarà uno dei numerosi ospiti del Maurizio Costanzo Show, una delle trasmissioni maggiormente longeve del panorama televisivo nostrano. Lavora come scrittore, storico e giornalista e ha studiato in maniera approfondita la politica passata, focalizzandosi soprattutto sul ventennio fascista. Nato a Monticiano (Siena) il 21 dicembre del 1950, Giordano Bruno Guerri cresce in una famiglia religiosa ed è uno dei personaggi del movimento del Sessantotto. Fin da giovanissimo prova una certa curiosità nei confronti del Ventennio fascista e inizia a lavorare negli anni Settanta come correttore di bozze. Si laurea e inizia ad allestire mostre dedicate agli anni Trenta. Dirige il periodico Storia Illustrata e poi diventa direttore editoriale di Mondadori. Lavora a New York prima di tornare a Roma e condurre con Cinzia Tani il programma “Italia mia”, trasmesso dalla Rai. Diventa il direttore de L’Indipendente e ci rimane per un anno, prima di collaborare con il Giornale in qualità di opinionista. Ha tenuto lezioni in varie università ed è attualmente direttore del Museo di Salò. Non ha mai nascosto la sua simpatia politica per la destra e ha all’attivo numerosi saggi, per la maggior parte incentrati sul fascismo e sui rapporti tra cittadini e Chiesa cattolica.