Il referendum sulla privatizzazione dell’acqua, avvenuto sei anni fa, ha messo in luce come la volontà dei cittadini italiani fosse che la fornitura idrica per tutto il nostro territorio mantenesse la gestione pubblica. La privatizzazione è stata tuttavia attivata ugualmente, comportando non solo un rincaro delle bollette per tutti gli utenti, ma anche una battaglia accesa per accaparrarsi le fonti. I grandi gestori, infatti, hanno il possesso sia delle fonti che della rete idrica ed in virtù di questo possono vendere al migliore offerente fra i gestori privati. A loro volta questi ultimi la rivendono ed infine la distribuiscono ai cittadini. L’unico risultato è che i cittadini sono costretti a pagare bollette sempre più salate, senza che in pratica, soprattutto per Centro e Sud, non ci sia stato un cambiamento significativo. PresaDiretta ne discuterà oggi, lunedì 30 gennaio 2017, all’interno della propria puntata, grazie all’inchiesta di Alessandro Macina “Acqua privata”. Un dato evidente soprattutto in regioni come la Calabria, dove, ha sottolineato il commissario liquidatore della Sorical, Luigi Incarnato a Qui Cosenza. La Legge Galli avrebbe comportato infatti un’anomalia proprio a causa della separazione fra la distribuzione ai cittadini e la grande adduzione. L’unica soluzione è di “affidare ad un soggetto unico la gestione idrica che parte dalle sorgenti fino alla consegna dei cittadini”. Attualmente, la situazione sarebbe drammatica soprattutto a causa di un 50% dei cittadini calabresi che evita di pagare le bollette dell’acqua, con un ulteriore rialzo fino all’80% in determinati Communi. Una possibile soluzione potrebbe provenire dall’adozione del sistema integrato, che permette di monitorare i costi grazie alla lettura elettronica dei contatori. Intanto, i sindaci della provincia di Viterbo si sono uniti nel Comitato “Non ce la Beviamo”, perché la gestione dell’acqua venga data ad Acea invece che all’attuale Talete, per via dei costi insostenibili ed ingiustificati che le famiglie non riescono a sostenere.