Fabio Fazio e il suo programma ‘Che tempo che fa’ sono in calo d’ascolti. Un calo drammatico, non proprio un tracollo ma insomma, quasi, che sta scuotendo il mondo Rai alle fondamenta. Eh già, perché dal passaggio da Rai 3 a Rai 1, tutti si aspettavano il grande salto verso l’alto, il vero e proprio ‘botto’ che invece non c’è stato. O meglio, c’è stato: una netta implosione su se stesso, difficile da prevedere fino a qualche tempo fa. Ancor più complicata da arginare vista la concorrenza spietata di Mediaset, la volubilità del pubblico italiano e la questione stipendi, che non ha reso proprio simpatico il volto di Fabio Fazio ai più. Di tutto questo e di molto altro ha parlato Agostino Saccà sulle pagine de ‘Il Tempo’, e lo ha fatto con grande cognizione di causa: Saccà, infatti, è stato due volte Direttore Generale della Rai nei primissimi anni 2000. Quelli, tanto per intenderci, delle grandi prime serate, degli ascolti altissimi, e dei frontman d’eccezione come Gianni Morandi, Panariello oppure Rosario Fiorello. Il primo argomento da affrontare è stato proprio quello degli stipendi.
AGOSTINO SACCA’: ‘NON ESISTE NESSUN TETTO’
Nella lunga intervista presso lo storico quotidiano ‘Il Tempo’, Agostino Saccà ha fatto ben comprendere quanto sia inutile la polemica sorta contro Fabio Fazio e il suo stipendio insolitamente alto. L’ex Direttore Generale Rai ha infatti dichiarato che ‘questa storia del tetto degli stipendi non esiste in nessuna televisione pubblica. Si può discutere dei messaggi e dei contenuti che una tv pubblica trasmette, ma bisogna comprendere che esistono delle logiche di mercato.’ Niente tetto stipendi, dunque, ma solo logiche interne che prevedono in primis l’audience e gli ascolti: Fabio Fazio tiene incollate tantissime persone alla televisione e dunque, se ne deduce, deve essere pagato molto. Logiche di mercato, pure e semplici. A meno che non ‘si instauri un modello di socialismo, allora il discorso cambia.’ Continua Agostino Saccà: ‘E lo stesso vale per gli stipendi dei dirigenti, anche se sono perfettamente consapevole di non essere popolare e di andare controcorrente.’ Il servizio pubblico è questo, sia in Italia che all’estero: perché polemizzare proprio su Fabio Fazio e il suo particolare stipendio?
IL CONCORRENTE MORANDI E IL DERBY
Ma torniamo un attimo alla questione originaria, quella del calo di ascolti del programma televisivo Rai ‘Che tempo che fa’. Anche in questo caso Agostino Saccà ha le idee ben chiare su quali siano le principali motivazioni di un tale flop. Per l’ex dirigente Rai sono prevalentemente due: La concorrenza di Gianni Morandi su Canale Cinque con la fiction ‘L’isola di Pietro’ e il derby di Milano. A parità di punti. Per quanto riguarda il cantante, Agostino Saccà ha detto: ‘Gianni Morandi nell’immaginario collettivo resterà sempre un “uomo Rai” e quindi se lo sposti da un canale all’altro si porta via tantissimo ascolto, il suo pubblico. Questo non è affatto da sottovalutare. E poi la sua fiction tende a fidelizzare l’ascoltatore grazie a una particolare storia, il programma di Fazio no.’ Ma non solo. Per Saccà una parte di colpa va anche al derby Milan-Inter: ‘Il pubblico di ‘Che tempo che fa’ è composto al 60% di donne e gli uomini hanno monopolizzato il televisore con il derby. Anche questo ha tolto tantissimo pubblico.’ Teorie giuste, sulla carta. Ma alla fine quello che scioglierà ogni dubbio sarà certamente un’altra puntata del format e null’altro.