Il disturbatore tv Gabriele Paolini è tornato. Lontano dalle telecamere televisive, per la gioia di giornalisti e inviati, si è rifatto vivo oggi in occasione del vertice in Federcalcio in seguito alla clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2017. L’attenzione oggi era comprensibilmente rivolta alla riunione convocata dal presidente FIGC Carlo Tavecchio: uno stuolo di telecamere, giornalisti, inviati e curiosi si è appostato fuori dalla sede, che è diventata il palcoscenico ideale per il ritorno televisivo di Gabriele Paolini. Ogni collegamento è stato disturbato da colui che è diventato famoso proprio per questa capacità: da La Vita in Diretta a Sportitalia, passando per Sky Sport 24. Diversi le reti e i programmi su cui ha fatto capolino il disturbatore seriale, che ha reso davvero difficile la vita dei colleghi presenti, già peraltro molto impegnati nel raccogliere informazioni importanti in questo momento delicato della storia calcistica italiana. Potete notarlo nei minuti finali della puntata de La Vita in Diretta ad esempio.
PAOLINI ASSOLTO DOPO FRASI CONTRO BERLUSCONI
Un ritorno in grande stile in tv, insomma… per Gabriele Paolini, che da qualche giorno ha dei buoni motivi per avere il sorriso sulle labbra. Il disturbatore tv è stato infatti assolto dal Tribunale di Milano dopo le accuse di aver interrotto un collegamento in diretta di un programma sportivo dalla sede della Lega Calcio nel 2011. In quell’occasione si intromise nell’inquadratura e gridò frasi offensive nei confronti di Silvio Berlusconi. Il giudice della prima sezione penale Fulvia De Luca ha riqualificato il reato contestato a Gabriele Paolini di violenza privata in molestia e interruzione di pubblico servizio, cancellando di conseguenza la prima imputazione per «non doversi procedere» e la seconda «perché il fatto non costituisce reato». Il disturbatore tv era imputato per aver costretto con violenza «la regia delle trasmissioni Sport Mediaset ad interrompere il collegamento in diretta dalla sede della Lega Calcio Serie A», perché entrando in maniera repentina nell’inquadratura del cronista ha mimato «il gesto delle corna e urlando per due volte» una frase contro Silvio Berlusconi.