Jasmine Trinca, ospite questa sera di Che fuori tempo che fa per parlare del film Slam – Tutto per una ragazza, presto sarà ancora al cinema con Fortunata, pellicola di Sergio Castellitto basata su un libro della moglie Margareth Mazzantini. Jasmine interpreterà il ruolo di una giovane madre coraggiosa, divorziata e in difficoltà economica che sogna di aprire un salone di bellezza per riuscire a portare avanti la sua famiglia e diventare autosufficienti. Nel cast anche Stefano Accorsi e Alessandro Borghi. Jasmine ha dovuto tingere i capelli biondo platino per calarsi nella parte e imparare un dialetto strettissimo per recitare il ruolo di Fortunata. Ma al settimanale Vanity Fair, ha raccontato che si è trattato di un’esperienza bellissima, intensa, emozionante che l’ha fatta migliorare come attrice e anche come donna.
Jasmine Trinca sarà ospite a Che fuori tempo che fa, dove parlerà del film Slam – Tutto per una ragazza, diretto da Andrea Molaioli. Jasmine Trinca è nata a Roma, ha 36 anni, è mamma di una bambina di nome Elsa e da anni è fidanzata con un compagno di università, Antonio, padre della piccola. Ha debuttato al cinema nel film di Nanni Moretti, La stanza del figlio: aveva soli 19 anni e già bucò lo schermo finendo addirittura per essere candidata ai David di Donatello per la sua primissima interpretazione cinematografia. Da allora ha recitato con tutti i più grandi registi nei migliori film italiani di ultima generazione: da Manuale d’amore alla Meglio gioventù, da Il caimano a Nessuno si salva da solo fino Romanzo Criminale. Gli ultimi impegni sono Fortunata e Slam, tutto per una ragazza. Si tratta di una pellicola tratta da un romanzo di Nick Hornby, i cui protagonisti sono due ragazzi di sedici anni: lei rimane incinta e i due si trovano quindi ad affrontare qualcosa di grande e imprevisto. Jasmine interpreta Antonella, madre del futuro ragazzo padre. A proposito di questo suo ruolo, a Leggo ha spiegato che Antonella è il suo ideale di mamma, perché “sbaglia anche molto, ma è guidata dall’amore e dalla buona fede. Soprattutto trasmette al figlio l’idea che è concesso sbagliare, che secondo me è il messaggio più importante che si possa dare”. Sull’esperienza sul set ha voluto spiegare che “Molaioli è stato la prima persona che ho incontrato quando feci il primo provino per La stanza del figlio, con cui ho esordito. Non potevo non essere vicina a degli attori giovanissimi come ero io all’epoca”.