Aveva fatto scalpore un anno fa il libro del figlio di Paolo Villaggio, Piero, che raccontava del rapporto col padre tutt’altro che idilliaco: “non mi ha mai fatto mancare niente in termini materiali, ma mancava tutto in termini di affetto e bene”, attaccava Piero. Un papà definito come megalomane ed egoista, sfrontato e con il quale è «molto difficile relazionarsi con lui, è una persona molto invadente ed egocentrica, come quasi tutti quelli che fanno il suo mestiere». Le interviste dopo il libro erano ancora molto dure e raccontavano come la difficile situazione passata da Piero Villaggio, finito nel tunnel della droga per molti anni (proprio durante il successo massimo del padre “Fantozzi” ) non abbia avuto da parte del padre la giusta vicinanza: «Continua ad essere una persona molto egoista. Oggi il nostro rapporto è facilitato perché lui ha quasi 84 anni, ha il diabete e, avendo condotto una vita molto sregolata, i segni della vecchiaia sono tutti visibili. La rabbia che ho nutrito per anni si è quasi trasformata in tenerezza». Ieri poi nel video a Nemo si è vista quella tenerezza che accennava un anno fa, anche se la situazione resta particolare e non del tutto risolta. «Il confronto con un artista ingombrante come mio padre mi ha inevitabilmente condizionato. Non mi sono mai sentito all’altezza ed è forse per questo che oggi mi ritengo insoddisfatto». La speranza è che col passare degli anni possa davvero rinsaldarsi un rapporto che anni fa sembrava perduto e che invece ora almeno è presente.
La televisione permette di immortalare qualsiasi persona e situazione in una dimensione senza spazio e senza tempo. Così è anche per Paolo Villaggio, uno degli attori comici italiani di maggior successo. Lo ricordiamo nei panni di Fantozzi – il prestigiatore Franz se andiamo un po’ più indietro – ma cosa pensa oggi, Paolo Villaggio? Dalla paura della vecchiaia e della morte, fino alla sua personale definizione della felicità. A raccontarlo il figlio Pierfrancesco, di professione fotografo, che in uno spaccato di vita reale accompagna il pubblico nella conoscenza di un padre così famoso. Un peso di una certa importanza, come sottolinea lo stesso primogenito Piero, come viene affettuosamente chiamato. Come il gemello di Paolo Villaggio, una figura emblematica della sua vita, ma non è su questo, non questa volta, su cui l’artista si è concentrato durante il servizio di Nemo – Nessuno escluso andato in onda ieri sera. Un rapporto difficile, quello fra Paolo Villaggio e Piero, che negli anni ha attraversato più di qualche momento oscuro. Il fotografo ricorda infatti la propria tossicodipendenza ed il periodo vissuto nella comunità di San Patrignano. Il padre, rivela, non si era accorto di nulla fino a che lo stesso figlio non gliene aveva parlato, ma si era attivato subito per trovare una soluzione. Una di quelle clinica extralusso in cui i soldi contano molto, ma le persone no. Così Piero non era uscito davvero dalla droga.
Durante l’intervista, i toni rimangono leggeri anche su questo argomento, come sul rapporto fra Paolo Villaggio ed il cibo. Lo vediamo infatti addentare più di una cosa con voracità e con quello sguardo che ben ricordiamo in una scena di uno dei suoi più celebri film, Fantozzi contro tutti. La voce dell’artista si fa più grave solo quando viene toccato l’argomento vecchiaia. Molto scomodo, che rimanda quasi una realtà da cui si vuole sfuggire, ma che non spinge ad avere troppe pretese sul futuro. Anche se Villaggio, ammette, ancora si sente in colpa per non aver indirizzato il figlio in una scelta professionale più fortunata, e di averlo supportato in un momento in cui Piero non aveva ben chiaro che cosa avrebbe dovuto fare. E poi, confessa, da lui non cerca altro che “un po’ di affetto e molta presenza, una persona della sua età che stia con me quando c’è da guardare la televisione, la partita, vviere insieme”. E questo perché, afferma, solo quando si avverte davvero il sentimento di un’altra persona, forse, la vecchiaia e la morte fanno meno paura. Clicca qui per vedere il video di Paolo Villaggio a Nemo – Nessuno escluso.