Dalle parole è passato ai fatti Gabriele Muccino, che ha deciso di querelare l’ex moglie Elena Majoni. La donna lo aveva accusato attraverso un’intervista al Corriere della Sera e un’altra a L’Arena di Massimo Giletti di essere stata vittima di atti di violenza, uno dei quali avrebbe causato la lacerazione di un timpano. Il regista è passato al contrattacco: ha smentito la tesi dell’ex compagna, fornito la sua versione dei fatti e annunciato di aver querelato tutti coloro che lo avrebbero diffamato. Già in occasione dell’intervista di Elena Majoni a L’Arena, Gabriele Muccino attraverso Facebook aveva smentito la versione dell’ex moglie: «La vanità, ahi la vanità! Ex mogli che infangano ex mariti omettendo, mistificando, imbrattando. Quante ne abbiamo viste di queste storie», aveva scritto il regista sulla sua pagina in quella circostanza. Poi ha, appunto, deciso di ricorrere alle vie legali. (agg. di Silvana Palazzo)
Nuovo capitolo nella faida familiare e mediatica che vede protagonisti Gabriele Muccino e l’ex moglie Elena Majoni. Dopo le accuse della donna, che di recente aveva sostenuto di aver subito la rottura della membrana timpanica a causa di un violento schiaffo infertole da quello che all’epoca era suo marito, il regista de L’ultimo bacio attraverso una nota affidata all’Ansa e firmata dai legali Carlo Longari, Ernesto de Toni, Giambattista Casellati, ha precisato la sua versione dei fatti, screditando quella resa dall’ex compagna. Queste le dichiarazioni degli avvocati di Gabriele Muccino:”Il Signor Gabriele Muccino è stato negli ultimi 12 mesi bersaglio di una gravissima campagna diffamatoria, con la quale è stato offeso il suo onore e la sua reputazione personale e professionale a mezzo di affermazioni false e prive di fondamento. Considerata prevalente la necessità di preservare la vita privata dei figli, tutti minorenni, nonché della figura materna della sua ex consorte, il Signor Gabriele Muccino ha preferito, fino ad oggi, non replicare pubblicamente a quanto diffuso sul suo conto, seppur gravemente falso, distorto e mistificato. Si comunica inoltre che sono stati querelati tutti i responsabili”. Tra i responsabili, oltre alla moglie Elena Majoni, dovrebbe risultare anche il fratello minore Silvio, unico testimone dell’accaduto che, dopo aver difeso il fratello, ha ritrattato davanti al pm avvalorando la versione della donna.
La nota firmata dai legali di Gabriele Muccino, nella quale viene denunciata la “campagna diffamatoria” perpetrata dall’ex moglie di Elena Majoni, difficilmente metterà la parola fine ad una vicenda che da diverse settimane sta occupando le pagine dei giornali e dei rotocalchi. Era stata l’ex violinista, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, a denunciare l’episodio di violenza che le avrebbe procurato la rottura del timpano e l’impossibilità di continuare la propria professione sui livelli precedenti all’incidente:”Gabriele mi ha dato uno schiaffo a mano aperta. Mi sono recata a Roma al pronto soccorso e successivamente ho sporto denuncia. Prima di denunciare ho sopportato troppo”. Secondo la Majoni “a seguito di quell’episodio la cui verità è stata volutamente occultata durante il processo di separazione, Gabriele Muccino ha cavalcato l’onda mediatica definendomi come arrampicatrice sociale con la sola finalità di ottenere soldi e pubblicità e sostenendo come io rivelassi menzogne. E affermava questo nonostante la certificazione medica che espressamente riconduceva la rottura a uno schiaffo di tale forza da rendere necessario un intervento chirurgico che a tutt’oggi mi ha lasciato un evidente cicatrice”. Decisiva per ottenere l’affidamento del figlio della coppia alla Majoni è stata la testimonianza di Silvio Muccino che, come racconta la donna, dopo aver difeso il fratello Gabriele ha deciso di ritrattare:”Silvio ha sempre sofferto molto per quella testimonianza. Che poi è uno dei motivi principali per cui ha rotto con la sua famiglia. Conoscendolo sapevo che prima o poi avrebbe fatto emergere la verità. E il suo gesto, a mio parere, è stato importante sia ai fini giudiziari che per la mia personale credibilità”.