GLI SKETCH
Furono in tanti i comici che nel corso degli anni vollero rendere omaggio a qualche scena-cult del cinema. È il caso di Christian De Sica, Daniele Formica, Iris Peynado, Sergio Rubini, Massimo Wertmüller, Maurizio Micheli e Rodolfo Laganà, che a fine anni Ottanta intrattenevano il pubblico dell’access prime time di Rai 2 con il loro Cinema che follia!. Si trattava di un varietà incentrato sulle parodie di film dai generi più vari, dal western al musical, dal poliziesco alla commedia, dall’horror al drammatico. La trasmissione alternava scenette comiche ai balletti della talentuosa Alessandra Martines. Gigi Proietti fu più volte ospite del programma, seppure non compaia accreditato nel suo cast ufficiale. Tra gli autori, anche Antonello Falqui, emblema dell’epoca d’oro del varietà italiano. (agg. di Rossella Pastore)
LE ANTICIPAZIONI
Viaggio nel meraviglioso mondo del cinema con la puntata di Techetechetè in onda stasera. Un percorso all’interno della settima arte attraverso sketch, canzoni, parodie e sequenze indimenticabili. Da Pasolini a De Sica; da Scola a Cervi, furono in tanti, tra attori e registi, a dare il loro contributo all’evoluzione dell’industria filmica. E come dimenticare Monicelli, Visconti, Risi, Rossellini e Volontè, universalmente riconosciuti come alcuni tra i maggiori esponenti della cinematografia mondiale. Ricoprirà un ruolo di rilievo proprio il cinema neorealista, fatto tradizionalmente risalire al secondo dopoguerra. Ed è precisamente nella seconda metà degli anni Quaranta che Luchino Visconti si fece conoscere con il suo Ossessione, da vero caposcuola di un movimento ancora estemporaneo. Nei mesi immediatamente successivi fu la volta dell’esordio registico di Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Giuseppe De Santis, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Renato Castellani, Luigi Zampa e Alessandro Blasetti, destinati a essere ricordati come veri e propri maestri dell’arte cinematografica. Degni di nota anche Francesco Rosi e Federico Fellini, che portarono in auge il cosiddetto realismo fantastico o fantarealismo.
DAL NEOREALISMO ALLA COMMEDIA
Il cinema di quegli anni è caratterizzato da trame ambientate in massima parte fra le classi disagiate e lavoratrici. Per una maggiore fedeltà alla realtà quotidiana, le pellicole venivano spesso girate in esterna, avvantaggiandosi di una scenografia naturale segnata dalle devastazioni belliche. Caratteristico anche l’utilizzo di attori non professionisti, per riflettere ancor meglio il desiderio di riscatto e la speranza dei reduci di guerra. Ma nel cinema italiano anni Cinquanta-Sessanta c’è spazio anche per la commedia di Totò e Alberto Sordi. L’uno napoletano, l’altro romano, furono entrambi capaci di trasmettere al pubblico quella caratteristica nota di campanilismo propria del popolo italiano. Non è un caso che i due vengano ancor oggi ammirati e celebrati con orgoglio da almeno tre generazioni.