Martina Caruso è una giovane promessa siciliana che oggi sarà ospite nel corso dell’appuntamento fisso con la striscia daily di MasterChef Magazine. Ma chi è Martina e quale ruolo ricopre nel panorama culinario Made in Italy? Classe 1989, nata a Milazzo, la giovane è cresciuta a pieno contatto con l’ambiente che l’avrebbe poi accolta “da grande”. L’Hotel Signum è stata la sua seconda casa e qui, dall’età di 23 anni, ha sostituito il padre alla guida della cucina. La tradizione siciliana ha giocato certamente un ruolo predominante nella sua crescita professionale, salvo poi ripulirla ed alleggerirla, concentrandosi sempre di più sul gusto. Il suo impegno, l’innata passione e la grande forza di volontà le hanno permesso di guadagnare la prima stella Michelin nel 2015 ed il prestigioso titolo di Migliore chef donna per la Guida Identità Golose nel 2017.
Il portale Finedininglovers racchiude una sorta di suo identikit: sebbene il piatto che più la rappresenta sia rappresentato dalle linguine vongole e latte di mandorla, per lei la felicità ha il sapore del panino con la mortadella. Il suo meglio lo dà nella realizzazione di brodi e zuppe ed ammette di non aver mai mangiato (almeno finora) la carne di cavallo. I suoi colleghi dai quali trarre ispirazione? Tre in particolare e nessuno appartenente alla schiera di MasterChef: Mauro Uliassi, Ciccio Sultano, Niko Romito.
MARTINA CARUSO: LA FORMAZIONE E LA GAVETTA
Sono stati numerosi i riconoscimenti conquistati nella sua ancora breve ma importante carriera da chef da Martina Caruso, nel cui sangue scorre la grande passione per la cucina. Dopo la formazione di base all’alberghiero di Cefalù, Martina ha proseguito le scuole del Gambero Rosso a Roma e poi gli stage in vari ristoranti di prima categoria, fino ad approdare da Jamie Oliver a Londra. Lei che arriva da Salina, ha vissuto sulla sua pelle l’essere doppiamente isolana. In una intervista a Repubblica.it del 2016 commentava: “Allontanarmi da Salina mi è servito a capire meglio la cucina dell’arcipelago, a cogliere l’importanza della ricerca, dell’innovazione, del lavoro di squadra in cucina”.
Di gavetta ammette di averne fatta tanta in giro per l’Italia, ma al Signum non si incontrano solo ed esclusivamente i sapori siciliani ma anche dei mix perfettamente ben riusciti come ad esempio la Bagnacauda piemontese con i ricci di mare simbolo del nostro Mediterraneo.
“Sono “piatti incroci”, mi piace giocare sia tra regioni che tra territori della stessa regione e con prodotti che arrivano dall’estero”, commentava in merito. Ciò che l’ha sempre contraddistinta dagli chef stellati di MasterChef è stato il sorriso che la contraddistingue, ben lontano dall’immaginario ad oggi trasmesso dai talent tv con maschi rudi come il tenebroso ed ex giudice Cracco o come il più internazionale Gordon Ramsey di Helly’s Kitchen.