E’ scontro acceso tra il Giornale di Sicilia e l’azienda Mediaset in merito alla fiction su Mario Francese andata in onda nella prima serata di ieri nella quale, secondo il direttore del giornale, sarebbe stata fatta una “ricostruzione grossolanamente falsa, strumentalmente artefatta e platealmente incongruente nella tempistica”. Oggi Gds replica ancora consapevole delle accuse che all’indomani della messa in onda sarebbero piovute sul quotidiano. “Ce lo aspettavamo” che “ci avrebbero accusati di aver chiesto la «censura» sulla fiction dedicata a Mario Francese, perché preoccupati che tutti sapessero la «verità»”, si legge sull’edizione odierna. Ma, a detta del giornale, queste accuse conterrebbero “due falsità in un colpo solo”. “Dove sono le sentenze che certificano in maniera ineludibile le «responsabilità» di questo giornale?”, ci si domanda oggi il quotidiano che si sente condannato per responsabilità connesse alla morte di Mario Francese, il cronista brutalmente assassinato proprio a causa del coraggio delle sue inchieste. E se Gds sperava in qualche modo, dopo la fiction Mediaset di poter avere la verità su quanto accaduto al giornalista, il risultato televisivo sembra aver certamente disilluso le attese. Ora la verità la pretendono dai giudici e non da “qualche filmetto televisivo”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GDS: “RICOSTRUZIONE FALSA”
Continua a far discutere “Delitto di mafia – Mario Francese”, il secondo film del ciclo “Liberi Sognatori” sulla morte per mano mafiosa del giornalista siciliano. Lo scontro si è consumato sulla richiesta del Giornale di Sicilia alla produzione della fiction, la Tao Due di Pietro Valsecchi, e a Mediaset, di rimuovere le immagini e i riferimenti diretti alla testata che aveva precedentemente fornito autorizzazione. Non c’è stata, dunque, una richiesta di bloccare la fiction, ma di modifica. Il giornale, in un articolo pubblicato oggi, sostiene che ci sia stata una «violazione di accordi che erano alla base dell’autorizzazione precedentemente concessa all’uso del logo e di alcune pagine dell’epoca in cui Mario Francese ha scritto le sue inchieste». Nell’accordo intercorso la produzione si era impegnata «a non ledere e non danneggiare nell’immagine, nella reputazione, nell’identità personale» il Giornale di Sicilia e a non accostare la testata a «situazioni lesive dell’immagine e della reputazione». In tal caso l’editore avrebbe potuto revocare l’autorizzazione. Ed è quello che secondo il quotidiano è successo. Il presidente e direttore del Giornale di Sicilia ha, dunque, ribadito che la fiction su Mario Francese «fa una ricostruzione grossolanamente falsa, strumentalmente artefatta e platealmente incongruente nella tempistica».
DELITTO DI MAFIA, MARIO FRANCESE: GDS CONTRO MEDIASET
La diffida del Giornale di Sicilia alla messa in onda di “Delitto di mafia – Mario Francese” senza le modifiche richieste ha alzato un polverone. Le associazioni di stampa e che rappresentano i giornalisti hanno gridato alla censura, ma il quotidiano si difende e ha pubblicato oggi il comunicato del Comitato di redazione: «Ciò che contesta il nostro editore alla produzione della fiction su Mario Francese, e le sue intenzioni di procedere legalmente, sono fatti che riguardano lui soltanto e le sue ragioni». L’organismo sindacale ha poi sottolineato che non c’è alcuna volontà di oscurare la valorosa figura di Mario Francese e ha chiarito di essere contro ogni forma di censura. Il produttore Valsecchi invece ha difeso il suo lavoro: «Il film racconta la verità. È un film sulla libertà di stampa per cui Francese si è battuto». Claudio Fava, sceneggiatore della fiction, ha difeso la messa in onda di “Delitto di mafia – Mario Francese”, spiegando quanto sia «triste» la pretesa del «diritto al silenzio, all’oblio, alla reticenza e alla menzogna sulla storia di un loro cronista ammazzato dalla mafia». Secca la replica del Giornale di Sicilia: «Vero è. Se fosse così. Ma così non è».