Un’infanzia segnata dalle privazione della guerra, ma anche una maturità contraddistinta dalla fede ritrovata: parliamo di Terence Hill, l’attore che in occasione del suo ultimo film, “Il mio nome è Thomas“, ha parlato con Famiglia Cristiana di fratel Carlo Carretto (1919-1988), religioso italiano a cui deve l’entusiasmo per il cristianesimo: “Molti negli Usa lo conoscevano e lo apprezzavano. Giravano una ventina di libri di Carretto che in Italia neppure si trovavano. Io mi sono subito entusiasmato per il modo suo di rapportarsi con il mistero (di Cristo ndr). Le parole con cui si esprimeva erano semplici, dirette: non c’era tutta quella costruzione pesante che si ritrovava nei testi della chiesa americana del tempo. A me Carretto ha dato l’entusiasmo di essere cristiano. Ha anticipato il messaggio di Papa Francesco“. (agg. di Dario D’Angelo)
Terence Hill, l’infanzia sotto i bombardamenti
Terence Hill, in attesa di tornare in televisione con la nuova stagione di Don Matteo, si è raccontato tra le pagine di Oggi. Il risultato è una intervista a tutto tondo, senza filtri e con tanti dolorosi ricordi. Alla soglia degli 80 anni, la sua infanzia è ancora una parentesi di vita indelebile dentro di lui. “Fino ai 6 anni ho parlato solamente tedesco. Mia madre veniva dalla Sassonia. Io sono cresciuto a Lommatzsch vicino a Dresda”. Non parla volentieri dei bombardamenti sulla sua città. “Con mia madre ci siamo nascosti in cantina. Da lì potevamo vedere che il cielo sopra Dresda era totalmente rosso. Mio padre lavorava come chimico in una fabbrica a Dresda e da una settimana non ne avevamo notizie. Avevamo paura. Finché un giorno un fratello di mia madre prese la bicicletta per cercarlo. Lo trovò in un bosco dove si era nascosto”. Poi confida che nel 1947 “mio padre era italiano e, quando ha ricevuto un’offerta di lavoro, ci siamo trasferiti in Umbria. Abbiamo fatto tutta questa distanza a piedi, portando tutto quanto possedevamo in mano”.
Terence Hill, il ricordo d’infanzia e l’amico Bud Spencer
Terence Hill a cuore aperto, tra le pagine di Oggi racconta la sua infanzia, i bombardamenti ed anche il trasferimento in Italia. Poi il dolce pensiero per la moglie. Lui e Lori stanno felicemente insieme da 51 anni. I due si sono conosciuti a Roma nel 1967: “Ma già una settimana dopo è partita con me per l’Almeria per aiutarmi con la lingua americana. Quando due mesi dopo le riprese finirono, ci sposammo… C’era qualcuno che diceva che non poteva durare dopo così poco tempo. Ma noi abbiamo rischiato e adesso siamo sposati da ben 51 anni”. Proprio ieri mattina, Terence Hill è stato anche ospite del Trio Medusa, su Radio Deejay durante il programma radiofonico “Chiamate Roma Triuno Triuno”. L’occasione è stata veicolata dall’uscita in DVD del film “Il mio nome è Thomas”, film diretto e interpretato proprio da lui. La pellicola è dedicata all’amico Bud Spencer e, proprio del compagno di avventure scomparso nel 2016, Hill ha parlato nel corso della sua intervista menzionando nei dettagli inediti in riferimento alla mitica scena del coro dei pompieri nel film “…Altrimenti ci arrabbiamo!”, del 1974.