Sono trascorsi due anni da quando Mosul Eye è apparso online per raccontare la vita sotterranea a contatto con lo Stato Islamico. Una risorsa importante per i media internazionali, che grazie al fitto diario di uno storico di Mosul sono riusciti ad apprendere diverse informazioni collegate all’ISIS ed al loro controllo sul territorio. Due anni che si sono conclusi con l’allontanamento dello Stato Islamico dalla città, che ha permesso al blogger di rivelare il proprio nome. Si tratta del 31enne Omar Mohammed, di origine irachena e storico. Quest’ultimo titolo è usato dal diretto interessato per definirsi, in contrasto con chi lo ha chiamato spesso ‘spia’ ed ‘infiltrato’. Sì perché Omar è riuscito nell’arco di due anni ad incontrare diversi miliziani e negozianti di Mosul, riuscendo a mimetizzarsi alla perfezione e ad assistere a decapitazioni ed altri tipi di atroci violenze. Ormai lontano dal pericolo, ma obbligato a vivere in una città segreta, Omar Mohammed ha rilasciato un’intervista a Le Iene che verrà trasmessa nella puntata di questa sera, mercoledì 21 febbraio 2018. Un racconto drammatico che inizia da quel giorno in cui lo storico ha deciso di rimanere a Mosul subito dopo l’attacco dell’ISIS. La sua intenzione, sottolinea l’Agi, era di raccontare come lo Stato Islamico fosse già all’opera per trasformare una città multiconfessionale in una vera e propria roccaforte. Mosul Eye, rigorosamente aggiornato in anonimo, è diventato così il testimone ed allo stesso tempo la condanna a morte del 31enne. Diverse volte infatti è stato fermato dai miliziani mentre trasportava con sé una chiavetta usb contenente tutte le prove raccolte sul campo.
IL SUCCESSO DI OMAR MOHAMMED
Omar Mohammed ce l’ha fatta: il suo Mosul Eye è riuscito a tenere traccia dell’intero operato dell’ISIS nella città di Mosul e permettere al resto del mondo di non rimanere all’oscuro di quanto avveniva lungo le strade, fra le famiglie locali. Inizialmente Omar non credeva che lo Stato Islamico sarebbe rimasto a lungo in città, dato che in precedenza altri jihadisti avevano abbandonato tutto nel giro di poco tempo. Si parla dell’epoca della caduta di Saddam Hussein, un periodo di forte tensione che ha tratto in inganno il giovane storico. La verità gli è stata sbattuta in faccia d’improvviso, quando nella sua città una parte di miliziani impegnati nell’occupazione parlavano già di eseguire circa 70 condanne a morte. Omar non è tuttavia del tutto nuovo a blog e documentazioni ed è uno dei motivi per cui si definisce storico, anche se è ancora solo studente di Storia. Durante la Seconda guerra del Golfo aveva infatti avviato il suo primo blog, motivo che lo ha spinto a creare una pagina sui social ed infine un vero e proprio diario online. Come ha sottolineato lo stesso Omar al giornale online Al Fanarmedia, ha iniziato a creare il suo archivio sui gruppi ribelli fin dal 2003, in cui ha raccolto informazioni su quasi tutti i gruppi, corredati di documenti originali come pubblicazioni e volantini. Ed è questa sua determinazione ad averlo spinto a ‘preservare la Storia per il futuro e comprendre la natura degli eventi, il modo in cui le persone li percepiscono’.