Michele Santoro è pronto a risalire la china non solo del caso di Aldo Moro, che analizzerà grazie alle quattro puntate del suo M, dove unirà docudrama e documenti storici, oltre a dibattiti con ospiti in studio. La volontà del giornalista va ben oltre la prima serata di Rai 3 che a partire da questa sera, giovedì 10 maggio 2018, approfondirà da vari punti di vista quanto accaduto in seguito alla strage di via Fani del ’78, lungo i 55 giorni di prigionia dello statista italiano e con la conclusione del delitto Moro avvenuto nel maggio di quello stesso anno. Santoro punta infatti al Cda dell’emittente nazionale, con cui intende dare una rinfrescata alle pareti del network. Al primo posto la trasparenza nei costi, il dettaglio per ogni format, programma o spot pubblicitario prodotto dalla Rai. Al secondo posto, specifica l’Ansa, la decisione di promuovere i produttori indipendenti grazie al 40% della produzione Rai. Tamponato dal giornalista anche il problema critico di un eventuale conflitto di interessi: in caso di sua elezione, smetterà del tutto di fare programmi per la rete pubblica italiana. E intanto, precisa in occasione del debutto di M con la sua prima puntata, verranno fatte delle rivelazioni sul caso di Aldo Moro grazie alla messa in luce di una pista investigativa del tutto inedita.
Michele Santoro candidato al Cda della Rai
La candidatura di Michele Santoro al Cda della Rai è una precisa provocazione del giornalista. Nella sua webtv, il conduttore specifica infatti di aver voluto presentare il curriculum al Senato e alla Camera, organi preposti per scegliere alcuni delle figure del servizio pubblico, per togliere dal gioco degli interessi tutti quegli imprenditori indipendenti che si trovano strozzati dalla supremazia della rete nazionale. Santoro non nutre nessuna speranza in realtà di entrare nel Consiglio d’Amministratore, anche se questa eventualità è comunque accolta con serietà dal giornalista, ma è sicuro per lo meno che la sua azione spingerà Senato e Camera ad aprire un dibattito sui temi e le idee che ha inserito nel suo programma. ‘Bisogna scegliere delle idee giovani’, sottolinea nel suo intervento, ricordando come la Rai non sia passiva rispetto alle attività rivoluzionarie. Per mettere in atto questo punto del suo programma, è sicuro che vadano finanziati tutti coloro che hanno delle ottime idee ma sono sprovvisti di mezzi per poterle mettere in atto. Mettere a punto un cambiamento di questo tipo permetterebbe alla rete pubblica di ottenere quel famoso svecchiamento di cui si parla ormai da tempo, in direzione di un maggior coinvolgimento delle fasce d’età di giovani e giovanissimi, che grazie ad alcuni format della Rai, come le fiction, hanno già avuto modo di avvicinarsi ai prodotti proposti dal network.