Nel corso del rapimento di Aldo Moro va tenuta in grande considerazione anche la figura di Mino Pecorelli, direttore dell’Osservatorio Politico. Si tratta infatti di un giornalista che assumerà nelle sue mani il compito di informare gli italiani sulle decisioni prese dal governo e non solo. Gli articoli di Pecorelli diventano subito scomodi, soprattutto per i punti interrogativi che approfondisce nei suoi scritti e che rischiano di mettere in cattiva luce la bontà del governo degli anni Settanta. Il ruolo di Mino Pecorelli verrà affidato al palermitano Carmelo Galati per il docudrama “M”, che andrà in onda su Rai 3 oggi, giovedì 10 maggio 2018. Il programma di Michele Santoro si avvarrà infatti di documenti storici e dibattiti che verranno alternati con la ricostruzione fiction ed in cui verranno analizzati le azioni di Pecorelli. Il giornalista entra di diritto nella partita a scacchi che vedrà Stato e Brigate Rosse alternare le proprie mosse, fin dalla notte in cui Moro verrà rapito e la sua vita minacciata. Sarà grazie al famoso Mister X che il Direttore riuscirà a far emergere i diversi misteri che ruotano attorno al rapimento dello statista. Pecorelli si avvarrà dell’uomo dei servizi segreti molto vicino al Generale Dalla Chiesa e per questo diventerà presto scomodo: le informazioni ottenute, ricorda La Repubblica, lo condurranno verso il suo stesso delitto, quasi un anno dopo la morte di Moro.
Mino Pecorelli e le lettere di Aldo Moro
Secondo la sorella di Mino Pecorelli, giornalista scomodo ai piani alti dello Stato italiano, non ci sono dubbi sul fatto che sia stato ucciso perché sapeva troppo. Il direttore di Osservatorio Politico è stato infatti crivellato da proiettili subito dopo essere uscito dalla sede del giornale che ha fondato, a Roma. Conosciuto con affetto come Mino, Carmine Pecorelli entra in possesso di importanti lettere che Aldo Moro scriverà durante i 55 giorni del proprio sequestro. Documenti scottanti che il giornalista deciderà di pubblicare nel suo giornale, e che potrebbero aver decretato la sua morte, in stretto collegamento con il delitto Moro. In quei giorni, spiega Rosita Pecorelli a Michele Santoro, il giornalista era felice per via di alcune promesse fatte dagli affiliati di Giulio Andreotti, che proprio il giorno della morte di Pecorelli darà vita al suo nuovo governo sotto il benestare di Sandro Pertini. Promesse poi non mantenute, fra cui Gli assegni del Presidente, un numero dell’Osservatorio Politico che non verrà mai pubblicato e che verrà intercettato già in tipografia, impedendo così che emerga uno scandalo fin troppo scottante. Nei documenti è presente infatti non solo il memoriale di Aldo Moro, l’ultimo scritto, ma anche i collegamenti che uniscono le banche di Sindona, i servizi segreti, la P2 e Italclasse.