Il Festival di Cannes 2018, in corso di svolgimento in questi giorni, è stata occasione per permettere alle donne di alzare la voce. Ieri, come riportato dall’edizione online del quotidiano Il Corriere della Sera, è andata in scena sul red carpet una sorta di sfilata di 82 donne, cappeggiata dalla nota attrice Cate Blanchett, presidente della giuria, e da Agnes Varda, regista. Obiettivo, dire stop alle discriminazioni nei confronti del sesso femminile, chiedendo un trattamento al pari dell’uomo per quanto riguarda il salario nell’industria cinematografica. Sul tappeto rosso, registe e attrici ma anche scrittrici, produttrici, agenti, montatrici e distributrici, tutte unite per un’unica causa: «Le donne non sono una minoranza nel mondo – le parole della Blanchett – ma la rappresentanza che abbiamo nell’industria sembra dire ancora altro».
IL NUOVO MOVIMENTO 5050X2020
«Come donne – ha proseguito la bionda attrice di nero vestita – affrontiamo ovunque ognuna le proprie sfide, ma oggi siamo qui insieme per dare un segnale della nostra determinazione e del nostro impegno al progresso». La marcia delle 82 donne è un’iniziativa organizzata da 5050×2020, un nuovo movimento femminile nato in Francia. «Mi piacerebbe vedere più donne in concorso? Senz’altro – ha concluso Cate – mi aspetto di vederne di più in futuro? Lo spero tanto. Le registe che sono qui quest’anno, però, sono state scelte non per il loro essere donne ma per il valore delle loro opere». E a proposito di minoranze, è stata accolta in maniera molto positiva dalla critica, la pellicola intitolata “Girl”, del fiammingo Lukas Dhont, che narra le vicende di un trans che vuole diventare un’etoille della danza, ma che deve fare i conti con il suo corpo da uomo.