Il film “La fame e la sete” diretto e interpretato da Antonio Albanese è stato girato tra le città siciliane di Palazzolo Acreide e Petralia Soprana, paese d’origine dei genitori di Albanese. Le scene che riguardano la vita del personaggio di Ivo nel nord Italia sono state girate a Olginate, in provincia di Lecco, città natale di Albanese. Paolo D’Agostini, sull’Annuario del cinema italiano 1999/2000, ha bocciato il film: “Il bis da autore di Albanese, malgrado la longa manus dell’abile e onnipresente Vincenzo Cerami alla sceneggiatura, e malgrado il buon esito di botteghino, è deludente. Pur formidabile attore come sempre nella sua performance multipla il regista non ha fatto altro che giustapporre degli sketch; dallo stile inconfondibilmente godibile nella loro surrealtà, ma non abbastanza da giustificare un film”. Ricordiamo che “La fame e la sete”, clicca qui per vedere una scena del film, andrà in onda su Iris a partire dalle 21.00 ma sarà possibile vederlo anche in streaming grazie al portale di Mediaset, sui dispositivi mobile cliccando qui.
LE PAROLE DEL REGISTA
Antonio Albanese ha definito il suo film “La fame e la sete” come “Un gioco all’ incastro, un po’ fumetto, un po’ cellula impazzita”, riporta Repubblica. Il regista ha spiegato la contraddizione Nord- Su, che nel film si concretizza nel rapporto tra Alex e Ivo: “Sono due caratteri che in qualche modo mi appartengono. Il film è girato tra Petralia Soprana in Sicilia e Olginate in provincia di Lecco. Sono due paesi che appartengono alla mia vita: il primo è il paese d’ origine dei miei genitori, nel secondo ci sono nato. Mi sono familiari sia le antiche case del primo sia le cascine con le file dei pioppi e le fabbriche del secondo”. “La fame e la sete” è il secondo film da regista di Albanese: “Quello di attore è il mio lavoro e mi ha insegnato molto, anche a prendere in mano la cinepresa e a guardarmi intorno. La comicità che mi interessa è quella di tentare colori, ritmi diversi. Mi piace muovermi in varie direzioni, anche dove forse non si dovrebbe andare. Ma questo appartiene a un margine di rischio necessario”, ha spiegato a Repubblica. Le musiche originali del film sono state realizzate da Nicola Piovani, premio Oscar nel 1999 per le musiche del film La vita è bella di Roberto Benigni.
ANTONIO ALBANESE SI FA IN TRE
Questa sera, mercoledì 27 giugno, su Iris va in onda il film La Fame e la Sete, scritto, diretto e interpretato dal comico campione d’incassi Antonio Albanese. Datato 1999, il film è stato prodotto e distribuito dal gruppo Cecchi Gori, per anni leader cinematografico nel nostro Paese. Il protagonista del film è sempre Antonio Albanese che interpreta i tre fratelli protagonisti: Alex Drastico, Ivo Perego e Pacifico, tre dei più celebri personaggi inventati dal comico. Nel cast anche: Lorenza Indovina, Aisha Cerami, Beatrice Macola e Lucia Guzzardi.
LA FAME E LA SETE, LA TRAMA DEL FILM
La Fame e la Sete ci racconta le vicende di un paesino dell’entroterra, dove la morte dell’amato barbiere del borgo porterà una famiglia che non si vede da anni a incontrarsi di nuovo per dare l’ultimo saluto al capofamiglia e ricevere l’eredità. Al funerale si incontrano dunque la vedova dell’uomo e i suoi tre figli Alex, Ivo e Pacifico, che hanno preso percorsi totalmente differenti nelle loro vite. Il primo, Alex, si definisce libero professionista ma in realtà non è altro che un fannullone con l’hobby della fotografia, coltivata neanche con troppa passione. Inoltre, è particolarmente irascibile e non molto colto. Sarà lui, su insistenze della madre, a chiamare il fratello Ivo per il funerale. Al momento dell’apertura del testamento, scoprirà che il padre ha lasciato tutto a un tale Zu Alfiu, il quale in seguito ad approfondite ricerche emergerà essere nient’altro che un boss mafioso. Ivo è invece emigrato al Nord, dove è diventato un industriale di successo. In nome del denaro ha rinunciato a tutto, ed è molto avaro e attaccato al suo lavoro. Mostra tendenze razziste nei confronti degli immigrati dall’Albania e dai meridionali italiani in generale. Nel cammino che lo porterà al suo paesino d’origine, incontrerà una donna autostoppista che, profondamente sdegnata dal suo modo di essere, gli riserverà una bella sorpresa. Pacifico è un docente di latino, anche lui emigrato al nord per insegnare, vivendo in una situazione di totale asservimento nei confronti della moglie e della famiglia di lei. Per assurdo, la morte del padre sarà l’occasione che serviva a Pacifico per rompere la monotonia e il grigiore della sua esistenza. Il ritorno nella terra d’origine gli farà anche riscoprire l’amore.