Sabrina Blotti non sarà l’unica vittima di Gaetano delle Foglie, conosciuto come Nino. La figlia della donna, Diletta Capobianco, diventerà infatti orfana ad appena 14 anni e sarà costretta a convivere con la perdita della madre. A sei anni di distanza dalla tragedia, Diletta non ha smesso di lottare a sostegno delle donne, per aiutare quante vivono una situazione simile a quella di Sabrina. La ragazza oggi ha 20 anni ed abita ancora a Cesena con il padre ed il fratello minore Christian. “Ero a scuola, era una mattina come tutte le altre”, dice all’autrice di Amore Criminale, Matilde d’Errico, parlando del caso della madre. “Ho visto entrare la vice preside e prima di varcare la soglia dlel’ufficio ho visto due poliziotti che chiudevano le serrande”, continua nel suo racconto. Diletta non realizza subito che cosa è accaduto alla madre e chiederà al padre Gianni Capobianco di poter andare in ospedale per poter vedere Sabrina, sicura che sia ancora viva. Poi la doccia fredda: la madre non c’è più. Ricorda inoltre di aver visto diverse volte Nino delle Foglie e di essersi accorta ad un certo punto che Sabrina iniziava a stare male. “Era dimagrita davvero tanto”, sottolinea infatti, anche se all’epoca la ragazza pensa che il forte dimagrimento della donna sia dovuto alla palestra e non allo stress a cui era sottoposta.
GAETANO DELLE FOGLIE E SABRINA BLOTTI
Gaetano delle Foglie aveva ovviamente una visione diversa del suo rapporto con Sabrina Blotti, la donna che ucciderà nel 2012 dopo diversi mesi di pedinamenti e minacce. “Lei mi ha utilizzato per far ingelosire il marito”, scrive un giorno prima del delitto in alcuni appunti ritrovati nella Audi A 3 che l’uomo aveva noleggiato qualche giorno prima a Bari. Lo stesso mezzo che userà per raggiungere Cesena, uccidere Sabrina ed infine spostarsi a Cervia, dove si toglierà la vita. Nino delle Foglie e Sabrina vivranno una breve relazione, ricorda Romagna Noi, subito dopo la fine del matrimonio fra la donna ed il marito Gianni Capobianco. Pochi mesi che alimenteranno l’ossessione del 60enne nei confronti della donna, tanto da rifiutare l’idea che lei non voglia più avere un legame sentimentale. Un rapporto a cui forse l’uomo si aggrappa con tutte le sue forze per via della perdita della moglie Silvana, morta alcuni anni prima e che considerava “l’unica che mi avesse mai amato”. Agli inquirenti che lo raggiungeranno a Cervia dopo il delitto, Nino riferirà invece di essersi fatto sfuggire la situazione di mano. A suo dire aveva raggiunto Sabrina sotto casa solo per intimorirla e per questo avrebbe estratto la pistola. Poi tre spari ed infine la fuga, prima del suicidio. “Io l’amavo”, scrive inoltre nei fogli ritrovati nell’auto a noleggio dopo la sua morte.