Giancarlo Zappoli su MyMovies specifica in merito a La fama e la sete: “Antonio Albanese vuole strafare e non amalgama i tre caratteri tutti interpretati da lui. Resta comunque l’impressione classica dell’opera seconda che risulta assai meno interessante della prima, aspettando la terza”. Interessante è il punto di vista espresso da Luigi Paini a Il Sole 24 ore, questi specifica: “Antonio Albanese interprete, sceneggiatore e regista di La fama e la sete non gira certo intorno a ciò che gli sta più a cuore. La sua famiglia viene dalla Sicilia profonda e proprio Giù al nord, dalle parti di Lecco, è cresciuto e vive il popolarissimo comico lanciato da Mai dire gol. Riprendendo e in parte modificando personaggi creati per la televisione si inventa una storia surreale di tre gemelli così diversi che più non si può”. Alla fine le risate ci sono, ma probabilmente ciò che manca è la sostanza. La fame e la sete sarà trasmesso in seconda serata da Canale 5, clicca qui per seguirlo in diretta streaming. (agg. di Matteo Fantozzi)
CURIOSITÀ SUL FILM
Non si ride empaticamente nel film La fame e la sete ma la trama, i personaggi, le situazioni, sono quella forma di sorriso a volte malinconico provocato dalla profonda analisi sociale di Albanese, un comico quasi psicanalitico, perfetto nel ribaltare il concetto di società come unione di individui, la sua è una società atomizzata, frazionata, individualista dove ognuno sopravvive come può e ‘La fame e la sete’ è il perfetto connubio tra ciò che è Albanese e ciò che può esprimere ovunque nell’arte. Per questo film anche il comitato di premiazione del David di Donatello ha onorato la pellicola con una candidatura, tanto per un film comico ma che merita tutta la stima della critica e del pubblico.
IL FILM DI ANTONIO ALBANESE
Cosa è peggio? La fame e la sete? Alla domanda potrà dare risposta una pellicola divertente e ironica del 1999 trasmessa in notturno sulle frequenze di Canale 5. Alle ore 00,05 del 27 agosto 2018 ‘La fame e la sete’ sarà un’occasione d’oro per rivedere un film divertentissimo soprattutto per merito del suo protagonista, Antonio Albanese, del film anche regista, sceneggiatore e parte del budget di produzione. Intuito esemplare da parte della casa di produzione nell’osare una pellicola intrisa di comicità ma surreale, nello stile Albanese, con i suoi personaggi oltre le righe ma intrisi di quelle aberrazioni moderne di una società ricca di defezioni e tic nevrotici. Non è un caso che la produzione sia infatti stata voluta dalla coppia Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusic, marito e moglie ma anche colleghi nell’investire risorse e intuiti nella loro casa di produzione, ‘La fame e la sete’ ne è un esempio. Antonio Albanese nel film mostra i suoi personaggi più simpatici al pubblico che l’ha conosciuto a teatro o in televisione, al fianco della Gialappas: Alex Drastico, Ivo Perego e Pacifico sono il trittico di ‘maschere’ che Albanese ha portato nel cinema per quella pellicola, una triade esplosiva.
LA FAME E LA SETE, LA TRAMA DEL FILM
Tre personaggi ma non in cerca d’autore, piuttosto in cerca di una dimensione propria. Tra essi incontriamo Alex Drastico, fotografo artistico come si definisce lui, in realtà parassita di una società, quella siciliana, che di personaggi come lui non ne ha bisogno. Alex è uno stereotipo della sua regione amplificando i vizi, le virtù e le empatie sociali di una Sicilia perfettamente teatrale. Juventino e sempre fashion nel porgersi ad amici, non ha mai una donna, Alex sembra basti a se stesso, narciso dall’accneto palermitano. Ivo è invece il classico meridionale emigrato che diviene nel tempo ‘cumenda’, commendatore, in milanese comunque industriale. In quella Lombardia del lavoro sodo e duro, del vuoto culturale, Ivo è proprietario di un catenificio di successo, sposato ma donnaiolo impenitente. Ha tanti cani addestrati a mordere soprattutto i ‘terun’, gli svogliati, i ladri e tutti coloro che non la pensano come lui, cioè tutto il resto della società. Ivo ‘fa’ il milanese e questa figura è molto lombarda nel dare voce ad un personaggio che è l’emigrato arricchito. Il terzo personaggio è invece Pacifico, docente di latino, anch’esso di origine siciliana e pregno di quella retorica anche poetica che lo rende dolce e simpatico. Vive in un mondo tutto suo, quasi felliniano, onirico. La letteratura è il suo universo, la citazione poetica è l’unico modo di rimanere ancorato a quella realtà che lui vede filtrata con occhi che esulano da ogni contesto esistenziale.