Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’ età, dopo l’estate porta il dono usato della perplessità (Francesco Guccini, “Canzone dei dodici mesi”)
Ahi settembre mi dirai quanti amori porterai / le vendemmie che farò, ahi settembre tornerò (Alberto Fortis, “Settembre”)
Se questo può farti felice più confuso di cosi non sarò… Da questo giorno che comincia a settembre chiamami quando vuoi (Ivano Fossati, “Settembre”)
Amici lettori che inspiegabilmente seguite il nostro cadenzato cialtronismo, grazie di esserci. Non è facile cominciare un’altra stagione di lavoro. Ovvio che stiamo parlando di voi (per noi, è altra cosa…). Ora che le vacanze sono finite per tutti (vacanze? quali vacanze?), ora che le giornate si accorciano irrimediabilmente, ora che state inesorabilmente assumendo quel “sano” pallore autunnale (un’abbronzatura troppo sfacciata ben poco si adatta ai consueti ritmi lavorativi), ora che il tempo di fare sul serio è giunto, la domanda sorge spontanea: ma quand’è il primo ponte, per tirare un po’ il fiato?
Siamo fatti in una certa maniera (ciascuno la sua), ma quasi tutti collettivi (la parola d’ordine è: team building), sensibili (basta una sconfitta del Milan per ritrovarci con le lacrime agli occhi), abitudinari (tutti a rifare immancabilmente le stesse cose dell’altra volta).
Già… settembre e le abitudini da consolidare: un binomio imprescindibile! Alzi la mano chi a settembre, al termine di speculazioni filosofiche che, se scritte, occuperebbero vari tomi, non si arma di buoni propositi da realizzare… immediatamente: smetto di fumare, perdo peso, vado a correre, a nuotare, chiedo l’aumento, divento più buono con mia suocera, non guardo più la partita del pomeriggio e porto mia moglie al centro commerciale… E stavolta, per davvero, chi più ne ha più ne metta.
Ma ciò di cui vorremmo occuparci in questa occasione sono le tempistiche dei buoni propositi. Se si esclude quei pochi che passano in un battibaleno dal pensiero all’azione (sono merce rara, gli esperti hanno calcolato siano meno di una decina per continente, monitorati dalle più prestigiose università del pianeta), gli altri… noi… voi… che fanno? Come si comportano? È scientificamente appurato che agiscono secondo modalità ben precise e schematizzabili, categorie di pensiero e di giudizio che lasciano trasparire l’immagine interiore dell’individuo, la predisposizione della persona stessa alla realizzazione dei buoni propositi succitati (da qui in poi semplicemente BP, come la benzina degli anni 70).
Perciò, se non ve ne siete accorti, anche quello di oggi è un Testino pigro. Pigrissimo! L’ultimo? Last but not least? O meglio: test but not least? Chi vivrà, vedrà!
I TESTINI PIGRI/6: DIMMI CHE BUONI PROPOSITI HAI E TI DIRO’ CHE PIGRO SEI
DOMANDA
Settembre è il mese dei buoni propositi, ma quando pensi di realizzarli?
A) Se lo dico, stai tranquillo che lo faccio
B) Oggi, credimi, non è il giorno giusto
C) Dammi almeno il tempo di riprendermi…
D) Due o tre giorni ancora e poi vedrai!
E) Ma proprio quest’anno e proprio questo settembre?
RISPOSTE E PROFILI
A) MODALITA’ CQV (COMINCIO QUANDO VOGLIO)
Siamo solo all’enunciazione del buon proposito. Lo si capisce dal tono della voce, una sicumera che trasuda velleitarismo, in netto contrasto con ciò che esplicita senza equivoci il linguaggio posturale del vostro corpo. Chi riuscirà mai a schiodarvi da lì? Insomma, oltre il BP, il vuoto, il nulla, lo spazio siderale, l’infinito leopardiano, due rette (la vostra posizione attuale e il BP espresso) che non si incontreranno mai…
B) MODALITA’ TOMORROW (DOMANI)
Darsi una tempistica è fondamentale, crea urgenza, stati d’animo elaborativi, potenzialità da esprimere, priorità da mettere in scala. Peccato che domani rimanga domani anche… domani. Un BP che si protrae all’infinito, evocando geometrie proiettive, teorie degli insiemi e applicazioni biunivoche. Insomma, un BP per sua natura “post-datato” che valore può mai avere?
C) MODALITA’ JUST (APPENA)
Appena cambia l’ora legale (vi toglieranno pure quella, tra un po’), appena il mio capo mi dà l’ok e torno prima dall’ufficio (ma quando mai!), appena mia moglie smette di trattarmi come un otre da riempire (ma se vi lamentate sempre a tavola?), appena trovo un amico che viene a correre insieme a me (siete l’unico pantofolaio del gruppo). Appena smetto di essere me stesso, verrebbe da dire…
D) MODALITA’ COUNTDOWN (CONTO ALLA ROVESCIA)
Assimilabile per certi versi alla modalità Just, si sviluppa su parametri temporali meno approssimativi. Perciò: lunedì 24 settembre comincio ad andare in piscina. Mercoledì vedo il mio capo: gli comunico che la sera esco prima dall’ufficio, Stop! Ho detto a mia moglie che almeno tre sere la settimana mi deve preparare solo verdura. Ho dato appuntamento al mio amico Ugo: lunedì 24 settembre, ore 18.30, davanti all’ingresso del parco. Cominciamo con un po’ di corsa leggera, poi vediamo.
E) MODALITA’ BUT IF (MA SE)
Ma se l’altra sera ho mangiato un ananas intero e basta… Ma se sgamello tutto il giorno come Abebe Bikila (per la cronaca: maratoneta etiope, campione olimpico ai Giochi di Roma 1960 e Tokyo 1964)… Ma se ho già parlato col mio capo: mi ha detto che mi dà risposta quanto prima… Ma se il mio amico Ugo è un pirla e alle 18.30 mi ha invitato a un happy hour…
Un’ultima postilla. Alcuni rinomati sociologi sostengono che le descrizioni di cui sopra appartengano a un’unica, semplice e ben conosciuta categoria: quella degli indolenti. Giudicate voi…