Sul caso delle due nuove vittime di morbillo in Sicilia, interviene il ministro della sanità: “la maggior incidenza dei casi in adulti non vaccinati, confermata da questi due ulteriori casi di morte per morbillo, dimostrerebbero che l’obbligo vaccinale da solo non basta”. La sua intenzione è infatti quella di prendere ulteriori provvedimenti, un “complesso piano di interventi descritti già in un piano disponibile ma dimenticato dal 2011 oltre a non essere stato finanziato”. Anche l’isa chiede iniziative supplementari aumentando la consapevolezza dell’importanza della vaccinazione anche tra gli operatori sanitari tra i quali si nota ancora un numero elevato di operatori non vaccinati: 334 casi nel 207 e 98 nel 2018 (Agg. Paolo Vites)
LE VITTIME NON ERANO VACCINATE
Il morbillo purtroppo continua a uccidere. A rilevarlo è il bollettino dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità) che sottolinea come ci siano stati altri due decessi in Italia per la patologia in questione. Si tratta di due adulti non vaccinati che sono stati segnalati dalla Regione Sicilia. Si tratta rispettivamente di una persona di 29 anni e di una di 51 anni con l’Iss che sottolinea come riportato da Ansa: “In tutti i casi il decesso è arrivato per una grave insufficienza respiratoria e/o arresto cardiocircolatorio”. Viene specificato poi appunto che entrambi i casi non erano vaccinati al momento del contagio. Sale così a sei il numero dei decessi per morbillo nel 2018, una patologia che ricordiamo può essere in alcuni casi banale e superabile mentre in altri può diventare devastante. Questa notizia rilancia ovviamente ancora di più in un momento come questo la necessità di effettuare i vaccini.
2248 CASI QUEST’ANNO
Si parla di ben 2248 casi di morbillo segnalati in Italia dal 1° gennaio al 31 agosto, numeri sicuramente che obbligano a fare delle riflessioni. L’88.5% dei casi in questione si è verificato in sette regioni con la Sicilia in testa con ben 1116 casi, sopportando anche l’incidenza più elevata di 333 casi per milione di abitanti. Si parla inoltre di un’età media abbastanza bassa che si aggira attorno ai venticinque anni. Il 91.1% dei contagiati non era vaccinato, mentre il 5.5% aveva effettuato una sola dose. Diventa fondamentale la sensibilizzazione di fronte a un problema che non può essere considerato di rilevanza insignificante.