Aldo Grasso contro Paolo Bonolis/ “Ciao Darwin lo esalta, ma non sarà mai un grande”

- Silvana Palazzo

Aldo Grasso “demolisce” Paolo Bonolis con una critica molto dura del ritorno di Ciao Darwin: “Questo programma lo esalta, ma non sarà mai un grande”

Paolo Bonolis conduce Ciao Darwin 8 Paolo Bonolis conduce Ciao Darwin 8

Aldo Grasso “demolisce” Paolo Bonolis dopo il ritorno di Ciao Darwin. Il critico del Corriere della Sera riserva giudizi molto severi nei confronti del conduttore. «Non c’è niente da fare, non sarà mai un grande della televisione italiana. Non deve incolpare altri, ma solo sé stesso». Il suo tentativo di uscire «uscire dai suoi paradigmi imbalsamati» non ha portato a nulla, ma soprattutto non è servito a «trovare un programma che lo consacrasse». Il problema per il critico è che Ciao Darwin, «il suo programma, quello che meglio lo definisce e lo esalta», ci riporta ad una televisione anni Novanta. E cita le «inquadrature ginecologiche, ancora pre #Metoo», oltre che le opposizioni come idea di fondo e la comicità di Luca Laurenti. Ma allora perché funziona? Gli ascolti infatti premiano Paolo Bonolis. «Funziona perché tocca le corde più basse del concetto di “popolare”, fingendo di nobilitarle con il lessico aulico, la sintassi pomposa». Lessico e sintassi sono per Aldo Grasso una maschera con cui dare libero sfogo ai doppi sensi.

ALDO GRASSO CONTRO PAOLO BONOLIS: “NON SARÀ MAI UN GRANDE”

È dura l’analisi di Aldo Grasso su Paolo Bonolis e il suo Ciao Darwin. Il critico del Corriere della Sera cita l’autoironia che ha avuto il conduttore nella prima puntata. E fa riferimento al momento in cui Luca Laurenti ha portato in studio un cassonetto. «Qui c’è tuo figlio! Il figlio di tutta la monnezza televisiva che hai prodotto in questi anni…». Ma neppure questo, secondo Aldo Grasso, aiuta Paolo Bonolis. Comunque si è fatto un’idea sull’origine dei “problemi” di Paolo Bonolis: «Credo che l’errore più grande di Bonolis sia stato quello di circondarsi di persone che non lo aiutano: continuano a fargli credere di essere un genio, gli suggeriscono idee con rozzezza da arricchiti, non gli danno certo una mano per trovare strade nuove». Il conduttore viene definito da Aldo Grasso come «un vero cinico» che «con lucidità e determinazione lavora rappresentandosi un target immaturo, fatalmente in declino».





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