In una giornata come questa, potevamo parlarvi di tante cose. Per esempio, della prima sconfitta, rimediata a Marassi contro il Genoa, della Juve di Ronaldo (ma senza Ronaldo) in questo campionato. Un risultato – non c’è che dire – che ha suscitato un bel Pandev…onio!
Oppure, potevamo parlarvi di quell’ossimoro politico che è il decreto sblocca-cantieri: non vi sembra alquanto bizzarro che un provvedimento il cui scopo è sbloccare repentinamente 600 cantieri sparsi lungo lo Stivale rimanga, a sua volta, un… cantiere bloccato?
O ancora: potevamo parlarvi della “One Belt One Road”, la grande infrastruttura terrestre e marittima che il presidente cinese Xi Jinping vuole far costruire per collegare l’Estremo Oriente con l’Occidente: questa settimana l’Italia, primo tra i grandi Paesi del G7, aderirà all’accordo sulla Nuova Via della Seta, ma per gli Stati Uniti la nostra è una decisione… bacata!
Insomma, potevamo parlarvi di tutte queste cose, ma ci perdonerete se oggi vi proponiamo un fatterello di cronaca che ci ha molto incuriosito. Anche perché l’argomento – l’apprendimento della chimica – fa sì che “ci ritornino in mente” ricordi liceali incancellabili, ripensando a quell’ultima ora di ogni martedì, quando eravamo costretti a fissare a memoria “la tavola degli elementi di Mendeleev” proprio mentre i morsi della fame ci portavano a pregustare una ben altra “tavola degli alimenti”…
Partiamo, allora, dalla notizia, così come riportata dai grandi giornali: “Entra in classe con il suo sorriso timido e a volte con la chitarra in mano: il professore di chimica e biologia sa che quella chitarra potrà servirgli. L’ha già usata per spiegare il ciclo di Krebs, i mitocondri, la cellula eucariote e tanti altri argomenti che, studiati su un libro di testo, non sarebbero altrettanto facili da imparare. Compone canzoni didattiche per i suoi alunni. E quando ha provato a caricarle su Youtube, in poche ore ha raggiunto migliaia di visualizzazioni”.
I commenti sono subito entusiasti per quel mix di parole e musica. Eppure – come racconta lo stesso prof – “è iniziato tutto per caso. Nel 2017 stavo insegnando il ciclo di Krebs, passaggio ostico di chimica organica che spiega la respirazione cellulare. Un giorno, poi, mi è capitata la chitarra fra le mani e in dieci minuti ho scritto la canzone Il ciclo di Krebs. Fatto sta che ci ho provato gusto e di lì a poco sono nate altre canzoni su temi scientifici: la mitosi, la fotosintesi, la cellula eucariote, la cellula procariote, la clonazione, e altre più trasversali come Tachipirina blues o Il mammufante. Oggi sono a quota 27 canzoni e alcune i miei studenti le sanno ormai a memoria”. Anzi, qualcuno sui social lo ha già invitato a scrivere “una canzone sulla fosforilazione ossidativa” (aspettiamo con ansia il titolo e le rime baciate…).
E bravo il nostro prof, che per aiutare i suoi studenti a comprendere la chimica in modo divertente si è inventato un metodo didattico originale e inedito! Ma siamo davvero sicuri che sia una formula proprio inedita inedita?
Eh già, perché noi, al liceo, abbiamo per un po’ invidiato i nostri compagni della sezione C. Loro, a inizio anno scolastico, ebbero una bella botta di Cu (no, cari ingenui lettori, non stiamo parlando del simbolo del rame, bensì delle prime due lettere di una parola di quattro che indica fortuna, buona sorte, buona stella…): ritrovarsi in classe un professore abituato a insegnare chimica utilizzando le sette note. Si chiamava Luca Carbonio. Non solo era stato allievo di Teddy Renio & I Metalli Vari (sono stati il primo gruppo italiano ante litteram del genere musicale heavy metal, di cui ricordiamo soprattutto i chitarristi, il duo Deno e Molibdeno), ma soprattutto aveva entusiasticamente seguito la scia (chimica?) di Azoto Cutugno, l’autore del brano che viene considerato la pietra miliare in questo campo: Lasciatemi cantare la chimica con la chitarra in mano.
La prima volta che si è presentato in classe il professor Carbonio ha subito esordito, senza tanti preamboli, proponendo il suo capolavoro: Ho scritto tallio sulla sabbia. Le ragazze della terza C sono andate subito in brodo di giuggiole… Poi, nelle lezioni seguenti, ha regalato via via altri capolavori tratti dal suo album dal titolo Anidride Carbonica. L’elenco sarebbe lungo, ma ve ne citiamo alcuni a mo’ di esempio: Trottolino solforoso, Il Cesio in una stanza, Cerio a primavera, Lantanio dagli occhi, lantanio dal cuore, Amor cadmio, Il cobalto non è un serpente.
Con Luca Carbonio in cattedra quei ragazzi hanno imparato a familiarizzare con metalli alcalini, semimetalli, gas nobili, lantanoidi e alogeni. Era davvero preparatissimo, simpaticissimo e intonatissimo. Ma…
Quel formidabile anno scolastico, purtroppo, durò solo un quadrimestre. Il successivo (già allora era un vorticoso tourbillon di cattedre e supplenze…) portò in classe un nuovo professore. E a quel punto cambiò anche la musica. Il nuovo insegnante, infatti, pignolo e severissimo, non accettava che si… canzonasse la sua materia, la chimica. Così, quando venne il momento di dare i giudizi finali, non esitò a comportarsi… da grandissimo stronzio!