Attivista instancabile LGBTQ, Imma Battaglia è legata a Eva Grimaldi da ormai sette anni ed è arrivato il momento per entrambe di procedere al passo definitivo, ovvero le nozze. Da quel giorno in cui l’attrice ha parlato del suo legame amoroso con Imma e quel volo fino in Honduras, le due non si sono mai separate se non per brevi periodi. Essere la fidanzata di Eva non è stato semplice per la leader arcobaleno, soprattutto perché la forte visibilità dell’attrice ha spinto tanti haters a prenderli di mira. Moltissimi però le amano e le sosterranno di sicuro questa sera, mercoledì 27 marzo 2019, quando Imma Battaglia ed Eva Grimaldi interverranno a Live – Non è la d’Urso per parlare di famiglia. Un argomento che non poco tempo fa ha spinto l’attivista a puntare il dito contro il Ministro Lorenzo Fontana e tutti coloro che vedono la famiglia come un nucleo composto da un uomo ed una donna, senza eccezioni. “Ci piacerebbe avere un figlio“, ha detto invece Imma al settimanale Chi. La coppia ne ha parlato diverse volte, soprattutto per la possibilità di “poter salvare bambini da vite difficili“. Non si tratta di volere un neonato ad ogni costo, ma di migliorare le vite di tutti quei giovanissimi che in diverse parti del mondo soffrono fra mille difficoltà ed assenze. Un sogno che per ora è stato messo in standby, ma che potrebbe decollare proprio non appena a maggio Imma ed Eva si scambieranno il tanto atteso sì.
Imma Battaglia, la difficile adolescenza
L’adolescenza non è stata semplice per Imma Battaglia ed il motivo è tutto nel suo aspetto. Mascolina oggi come allora, per la prima volta l’attivista del movimento LGBTQ ha parlato di quanto vissuto in quegli anni. Un vero e proprio trauma scoprire quanto ancora oggi ci possono essere intolleranze così forti. “La dimostrazione che siamo ancora indietro“, ha detto pochi giorni fa a Non è l’Arena parlando di quella adolescenza da “ragazza maschio“. Un periodo di smarrimento per la giovane Imma, cresciuta nella paura della sua identità e del suo orientamento. “Feriscono gli sguardi. Non possiamo più accettare che la politica sia becera“, aggiunge anche parlando di tutti quei politici che fomentano l’odio, contribuendo a quel regresso culturale che miete tante vittime. 20 anni da attivista ed un callo per le critiche che non spunterà mai nel cuore della Battaglia. Un cognome che racchiude in sé quell’impeto che l’ha spinta sempre a combattere contro le ingiustizie. Anche quelle subite sulla sua stessa pelle, dovute al coming out di Eva Grimaldi e non solo. Tanti anni in difesa dei diritti dei gay e di tutti coloro che per diversi motivi vengono considerati diversi: anche se molte cose sono cambiate, tante altre purtroppo sono rimaste le stesse.