«La transizione ecologica va fatta graduale a tappe per evitare un bagno di sangue»: lo dice chiaro e tondo al “Mattino” il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Giovedì e venerdì prossimo a Napoli si svolgerà il G20 sull’ambiente che arriva nel momento di massima tensione all’interno della maggioranza tra M5s e Ministro ‘designato’ da Draghi per andare in contro alle richieste di Beppe Grillo sul ruolo centrale da dare alla transizione ecologica nei prossimi anni.
Addirittura alcuni voti contrati di grillini (e Pd) hanno affossato solo qualche giorno fa in Commissione il Decreto Recovery in merito alla governance e alle semplificazioni delle grandi opere del Pnrr: questo ha fatto gridare all’imboscata Cingolani, infuriato con l’ala sinistra del Governo per le critiche in merito ai progetti “green” presenti nel PNRR e anche per quella definizione di «bagno di sangue» legato ai rischi futuri della transizione ecologica. «Non c’è nulla di cui pentirsi», spiega ancora il Ministro al “Mattino”, «È bene che tutti sappiano che trasformazioni così grandi mettono in discussione un intero sistema sociale: ecco perché, lo ribadisco». Davanti alle critiche anche feroci di parte del Movimento 5Stelle, la risposta di Cingolani è altrettanta netta: «Francamente è un gioco che mi interessa molto poco. Io devo fare quello che mi ha chiesto il Governo Draghi e per il quale ho giurato di servire il mio Paese. Io mi occupo di tecniche, ho tanta nostalgia del mio lavoro ed è bene che uno come me stia lontano dai problemi politici».
“LA SVOLTA GREEN SIA GRADUALE”
Già il suo collega al Governo, il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti alla festa del sito “NicolaPorro.it” al Teatro Petruzzelli di Bari lo scorso sabato sottolineò il medesimo rischio: «Da qui a un decennio l’economia cambierà completamente, nasceranno nuovi settori, e altri in base a questa sorta di eutanasia decisa dalla politica moriranno, è già scritto. L’Europa ha voluto accelerare sul green, ma attenzione a non finire fuori strada», e poi ancora «tutti abbiamo a cuore l’ambiente, ma il futuro green produrrà costi economici e sociali enormi che dovranno essere gestiti». Cingolani si dice concorde e rilancia alla vigilia del G20: «per me è fondamentale che ci sia una protezione delle categorie più deboli, che non vengano danneggiate cioè decine di migliaia di persone che possono perdere il lavoro perché certe transizioni nell’industria si fanno in fretta. Ci sono 9 anni fino al 2030 per evitare che ciò accada e non posso pensare che ci sia qualcuno che non lo condivida». La transizione deve essere corretta e giusta anche perché «nessuno va lasciato indietro. Conciliare la sostenibilità con l’imperativo categorico dell’ambiente è la nostra missione, e sappiamo che sarà difficile». Tema dirimente da affrontare al più presto quello delle bollette («da alleggerire per liberarci dei costi della CO2 prodotta») e del parco auto inquinante: «In Italia ci dovrebbero essere incentivi per incoraggiare i cittadini a sostituire le vecchie auto, perché ci sono 30 milioni di veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 che sono molto inquinanti», conclude Cingolani.