È ANCORA CAOS MIGRANTI SUL TEMA TERRORISMO: COS’È SUCCESSO A LAMPEDUSA E QUALE DECISIONE FINALE DEL GIUDICE
Mentre a livello nazionale il Governo valuta nuovi strumenti efficienti per limitare l’ingresso dell’immigrazione clandestina, anche ben oltre il già delicato tema Cpr-Albania, un caso di cronaca particolare raccontato negli scorsi giorni da “La Verità” arriva ad affacciarsi all’opinione pubblica sull’intricato legame migranti e terrorismo. Inizia tutto lo scorso 3 febbraio 2025 quando un clandestino in fuga dall’Egitto sbarca a Lampedusa e subito viene bloccato dalla Polizia in quanto senza documenti: in un primo momento la questura di Agrigento impone un trattenimento per 4 settimane nel Centro di permanenza a Porto Empedocle, obiettivo il rimpatrio non appena viene valutato il suo caso specifico.
E così il giovane egiziano – nome conosciuto Mohamad A. – prova la “mossa” che moltissimi prima di lui hanno già intentato per provare a non essere espulsi definitivamente, con molti effettivamente sinceri e tanti altri purtroppo raccontando una verità alternativa. La richiesta di rifugiato del ragazzo però è singolare in quanto per giustificare la fuga dall’Egitto viene motivato il fatto che in patria veniva accusato di essere esponente dell’ISIS: come spiega ancora l’ottimo Giacomo Amadori su “La Verità”, la Commissione rifugiati lancia l’allarme direttamente alla Procura di Palermo, presso la Direzione Distrettuale Antiterrorismo. Peccato che dopo l’udienza del 5 febbraio, l’indomani, la giudice palermitana decide di liberare il presunto terrorista spiegando che l’Egitto non è un Paese sicuro, ovvero facendo leva sullo scontro accesissimo ancora in atto tra Governo e magistratura progressista proprio a partire dal Decreto “Paesi Sicuri” dello scorso autunno.
IL “DIETROFRONT” SUL SOSPETTO ISIS E GLI SCENARI CHE SI APRONO ORA
Il caso diventa subito spinoso in quanto il cortocircuito è di fatto palese: da un lato la giudice Sebastiana Ciardo ritiene che l’Egitto non sia abbastanza in “fiducia” per il rispetto dei diritti umani, dall’altro però rilascia libero un potenziale terrorista ISIS, senza documenti né indirizzo né fissa dimora. Per la giudice (corrente Area, centro-sinistra) addirittura tra le motivazioni del rilascio vi è il non pericolo di fuga imminente: il caso diventa mediatico e nel giro di qualche giorno cambia tutto, con lo stesso magistrato che ci ripensa e provvedere al nuovo fermo per Mohammad.
Il clandestino egiziano ora viene convalidato nel fermo presso il Centro di permanenza per il rimpatrio a Caltanissetta, ribaltando del tutto il precedente atto della stessa corte siciliana. A convincere la Ciardo sarebbe stato – racconta ancora “La Verità” secondo le proprie fonti – il fatto che durante l’udienza il giovane abbia cambiato per l’ennesima volta versione, sostenendo non più di essere ritenuto un terrorista ISIS in Egitto, bensì perseguitato per problemi politici. Al netto dei motivi che potrebbero portare una persona in fuga dalla propria terra (e non sempre la natura criminale è l’unica ipotesi), la vicenda del clandestino liberato e poi riarrestato rimette al centro il “cortocircuito” tra leggi, Governo e magistratura in merito ai rimpatri degli immigrati irregolari. Una decisione chiara e netta della Corte di Giustizia UE sarà sicuramente un punto di non ritorno, ma potrebbe non bastare per arrivare ad una chiarezza di legge e di comportamento che servirà adottare per provare ad affrontare in maniera dignitosa ma ferma il problema dell’immigrazione irregolare (e del pericolo terrorismo).