Basta con l’ideologia dell’inclusività: per i bambini disabili servono classi separate per rendere “più produttivi” gli studenti che non hanno deficit cognitivi. Ne è convinto Bjorn Hocke, portavoce del gruppo parlamentare dell’AfD e ritenuto una delle persone più influenti del partito di estrema destra tedesco. In un’intervista all’emittente televisiva MDR, Hocke ha elencato quelli che considera “fattori di stress” da rimuovere dal sistema educativo in Germania. Quindi, ha parlato della necessità di avere meno bambini immigrati nelle classi, attraverso un cambiamento nelle politiche dell’immigrazione, di rimuovere ogni forma di ideologia gender dall’insegnamento, poi ha parlato dei bambini con disabilità.
Per Hocke, l’inclusione è uno dei “progetti ideologici” da cui il sistema educativo tedesco va “liberato”. Questi progetti, infatti, “non portano i nostri alunni più lontano” né li rendono più capaci. Inoltre, non portano a rendere bambini e giovani “lavoratori qualificati del futuro”. L’attuale modello scolastico in Germania consente, come quello italiano, agli studenti con disabilità di essere istruiti con gli altri per consentire loro una partecipazione paritaria alla società. Lo ha sancito per legge nel 2019 con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
LE INVETTIVE CHOC DI BJORN HOCKE
La proposta e le dichiarazioni rese da Bjorn Hocke hanno sollevato le proteste di pedagogisti e associazioni per diversamente abili, oltre che dal mondo della scuola e della politica, anche perché hanno ricordato l’oscuro periodo del nazismo. Ma l’esponente dell’AfD non è nuovo a posizioni di questo tipo. Accusato di legami con neonazisti e di antisemitismo, nel 2018 criticò il memoriale dell’Olocausto a Berlino, definendolo “monumento alla vergogna nazionale nel cuore della capitale”. nel 2021 fu indagato per aver chiuso un comizio con una frase usata dai membri dei paramilitari del partito nazista.
Nel marzo di quest’anno, invece, il Parlamento della Turingia gli ha revocato l’immunità dopo che una procura aprì un’inchiesta per l’incitamento all’odio verso i migranti. Inoltre, in un post su Telegram, parlando del caso di un rifugiato somalo che aveva ucciso due persone in Germania, ha parlato di “guerra quotidiana della sostituzione” e usato la frase “una vita indegna di essere vissuta”. La stessa usata nella Germania di Hitler per descrivere i disabili sottoposti a eutanasia forzata, ricorda il Mitte.