Il sistema pensionistico italiano presenta «alcune buone caratteristiche, ma anche importanti rischi e/o carenze che dovrebbero essere affrontati; senza questi miglioramenti, la sua efficacia e/o sostenibilità a lungo termine può essere messa in discussione». A evidenziarlo è il Global Pension Index 2023 di Mercer CFA Institute, che piazza l’Italia al 31esimo posto in una classifica sulle pensioni che considera 47 Paesi. In una valutazione che oscilla tra A e E, l’Italia ottiene C, come Arabia Saudita, Polonia, Giappone, Malesia, Brasile, Perù, Cina, Messico, Botswana, Sud Africa, Taiwan, Austria, Indonesia e Sud Korea.
Lo studio suggerisce all’Italia di espandere la copertura dei lavoratori nei regimi pensionistici professionali, aumentando così il livello dei contributi e degli attivi, ma anche di continua ad aumentare il tasso di partecipazione alla forza lavoro alle età più avanzate con l’aumento delle aspettative di vita. Inoltre, ritiene che l’Italia debba limitare la disponibilità di prestazioni prima del pensionamento (diverse dalle pensioni ponte), ma soprattutto ridurre il debito pubblico e la spesa pubblica per le pensioni in percentuale del PIL. In ogni caso, si osserva che il valore dell’indice italiano è aumentato da 55,7 nel 2022 a 56,3 nel 2023 grazie a piccoli miglioramenti in ogni sottoindice. Per quanto riguarda la sostenibilità, i sistemi con i valori più alti per tale sottoindice sono l’Islanda (83,8) e Israele (82,7), mentre i valori più bassi sono quelli dell’Italia (23,7) e dell’Austria (22,6).
CLASSIFICA PENSIONI NEL MONDO: USA AL 22° POSTO, ARGENTINA ULTIMA
Nella nuova classifica dei sistemi pensionistici mondiali, gli Stati Uniti invece hanno ottenuto un punteggio C+, rimanendo ben dietro a Paesi come Paesi Bassi, Australia e Svezia. Questo studio mostra, infatti, che i Paesi Bassi, l’Islanda, la Danimarca e Israele hanno i sistemi migliori, ciascuno dei quali riceve un voto A nel 2023. Invece, gli Stati Uniti sono al 22° posto secondo l’ultimo indice pensionistico globale pubblicato martedì. Il punteggio è leggermente inferiore rispetto ad un anno fa. Gli americani finanziano la pensione principalmente attraverso la previdenza sociale e i risparmi dei conti pensionistici individuali. Questa impostazione presenta alcune gravi carenze, in particolare quando si tratta di solvibilità a lungo termine, afferma il rapporto.
“Negli Stati Uniti c’è una buona copertura dei colletti bianchi attraverso i sistemi dei datori di lavoro. Ma che dire dei lavoratori della gig-economy? E gli operai?”, ha affermato David Knox, senior partner di Mercer e autore principale del rapporto. In molti Paesi, compresi gli Stati Uniti, i singoli hanno una responsabilità sempre maggiore per quanto riguarda la sicurezza pensionistica, che spetta ora agli individui, come affermato Margaret Franklin, presidente e amministratore delegato del CFA Institute. Negli Usa, negli ultimi anni, l’elevata inflazione ha ulteriormente messo a dura prova le finanze dei pensionati: si è ridotto il potere di spesa di coloro che vivono con un reddito fisso. L’Argentina è ultima tra i 47 paesi dell’indice, a causa del suo sistema pensionistico pubblico limitato.
“PAESI BASSI HANNO IL SISTEMA PENSIONISTICO MIGLIORE”
L’indice dei sistemi pensionistici mondiali tiene conto delle fonti di reddito pensionistico sia del settore pubblico che di quello privato e considera anche l’impatto della proprietà della casa e del debito delle famiglie sulle finanze pensionistiche. La classifica riguarda i migliori sistemi pensionistici e non necessariamente i posti migliori in cui vivere in pensioneStati Uniti non sono tenuti a fornire piani pensionistici a tutti i lavoratori. Come spiega il rapporto, l’iscrizione automatica ai piani 401(k) ha contribuito a migliorare la partecipazione e ad aumentare il risparmio previdenziale totale. Ma molti americani non hanno accesso al 401(k) o scelgono di non versare autonomamente denaro nei conti pensionistici individuali.
Inoltre, gli americani possono anche ritirare anticipatamente i propri risparmi, compromettendo così il loro futuro. In testa alla classifica ci sono i Paesi Bassi, dove tutti i lavoratori hanno sia un conto pensionistico privato che quello pubblico e per questo motivo si collocano in cima alla lista. «Sebbene i Paesi Bassi stiano attualmente intraprendendo una riforma pensionistica significativa, passando da una struttura previdenziale prevalentemente collettiva a un approccio più individuale a ripartizione, il loro sistema ha ricevuto il valore più alto dell’indice nel 2023. Il motivo di questa valutazione è che, nonostante questi cambiamenti, il sistema continuerà a fornire ottime prestazioni, sostenuto da una solida base di attivi e da una regolamentazione molto solida», riporta il Global Pension Index 2023 di Mercer CFA Institute. Il sistema di Amsterdam ha tre componenti. Esiste una pensione pubblica che fornisce una tariffa fissa a tutti i pensionati a seconda di quanto tempo hanno vissuto e lavorato nel Paese. Esiste poi l’obbligo per i datori di lavoro di fornire una pensione a tutti i lavoratori. Inoltre, gli individui possono contribuire al loro eventuale reddito pensionistico con i propri investimenti.